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    Riserva Ambientale di San Blas, un’enclave perfetta per riconnettersi con le nostre origini canarie

    Foto di Cristiano Collina

    La Riserva Ambientale di San Blas, situata nel comune di San Miguel de Abona, nel sud di Tenerife, diventa l’esperienza perfetta per conoscere la natura e la storia di Tenerife attraverso un ambiente rimasto praticamente immutato dopo centinaia di migliaia di anni.

    Una visita alla riserva è in grado di trasportarci nel nostro passato aborigeno guanches attraverso il museo e il tunnel storico attraverso il quale si finisce per arrivare ai giorni nostri a Tenerife.
    Un’occasione per rivivere con piena intensità quella che era la vita dei nostri nonni e bisnonni, uno stile di vita che, sebbene non sia così lontano nel tempo, non ha nulla a che vedere con l’isola di oggi.
    Inoltre, l’esperienza ci permette di conoscere la geologia, la vegetazione e la fauna autoctona del luogo.
    Il percorso del Barranco de San Blas ci offre anche l’opportunità di conoscere i diversi episodi eruttivi e il rispettivo adattamento degli esseri viventi al territorio.
    La riserva è un tesoro ecologico, un simbolo di Tenerife.
    Un’area naturale dichiarata Riserva Ambientale, che è rimasta praticamente la stessa di centinaia di migliaia di anni fa.
    Una vera e propria parentesi nel tempo, che vi permetterà di conoscere l’unicità e l’endemismo della sua flora e della sua fauna; i diversi episodi eruttivi; l’adattamento degli esseri viventi a questo territorio; il modo di vivere dei suoi primi abitanti e l’utilizzo delle risorse che la tenuta ha fornito nel corso della storia.
    Foto di Cristiano Collina

    Riserva Ambientale di San Blas: un tesoro nascosto in un barranco.

    Uno scenario desertico, così comune nel sud dell’isola, che ha sempre sedotto chi lo vede per la prima volta.
    Vegetazione adattata alle circostanze, con tabaibas dolci e amare, balos e una serie di altre specie che scoprirete.
    Il prossimo protagonista sarà un’aia del 1940, ancora in buone condizioni.
    E dopo pochi minuti di cammino, sono già all’interno della tanto attesa gola della Riserva Ambientale di San Blas.
    Sulla destra, un’antica grotta guanches e in lontananza si intravede uno spettacolare paesaggio lunare, che ricorda un po’ il paesaggio lunare di Vilaflor.
    Mentre continuo a godermi il paesaggio lunare e mi lascio alle spalle una cava, appare un’altra caratteristica della Riserva Ambientale di San Blas: una diga.
    E una volta salite le scale… rimarrete a bocca aperta!
    Una distesa di acqua verdissima (a causa delle alghe) difficile da immaginare a Tenerife.
    Con una zattera guidata e trainata da una corda, inizia la piccola traversata.
    Tornati sulla terraferma, ci aspetta l’ultimo tratto del barranco di San Blas, con altre bellezze paesaggistiche, una piccola cava.
    Foto di Cristiano Collina

    La funzione principale di questa costruzione era quella di immagazzinare l’acqua delle piogge che cadevano tra i mesi di novembre e maggio.

    La costruzione dello stagno e del circuito di tajeas permetteva all’acqua di raggiungere i terreni più produttivi per la coltivazione del pomodoro.
    Ma questa diga, con il passare del tempo, è diventata molto più di un semplice contenitore d’acqua; oltre al suo indiscutibile valore come elemento del patrimonio etnografico delle Canarie, ha acquisito grande importanza anche come elemento paesaggistico e come generatore di un nuovo ecosistema.
    Diversi uccelli che migrano dall’Africa all’Europa decidono di fare una pausa nel loro viaggio e di fermarsi qualche settimana o mese a San Blas, come gli aironi cenerini, le garzette o le folaghe.
    Foto di Cristiano Collina

    In alcuni casi, però, si riproducono, trasformando questo scalo stagionale in uno permanente, come è accaduto per le gallinelle d’acqua.

    Altri uccelli, come pernici, upupe, gheppi, falchetti e piccioni abitano questa gola.
    Oltre alla vita che ha generato, il valore paesaggistico che offre è indiscutibile, non solo per l’esistenza dell’acqua, ma anche per il modellamento delle rocce ignimbritiche che la delimitano.
    L’inevitabile erosione ha scolpito un’infinità di forme rocciose, trasformando questo scenario in una scena di singolare bellezza.
    di Marco Bortolan

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