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    Tre edifici di Tenerife destinati a diventare alberghi minacciano la costa dell’isola

    Foto di Cristiano Collina

    Due di essi sono stati abbandonati prima di essere terminati e il terzo sta lottando per sopravvivere al mare.

    A Tenerife ci sono numerosi progetti turistici che rappresentano una minaccia diretta per la costa.
    L’esempio più recente è quello della spiaggia di La Tejita, dove è prevista la costruzione di un hotel su una delle poche spiagge vergini rimaste sull’isola.
    Nonostante le lamentele per il fatto che si trova nella zona confinante con l’Area Naturale Protetta di Montaña Roja, a Granadilla, e all’interno della sua zona cuscinetto, uno spazio che fino al 1987 era incluso nel perimetro di salvaguardia, il costruttore ha ripreso i lavori autorizzati che erano stati paralizzati dal maggio 2021.
    Tuttavia, Tenerife ha altri progetti che hanno un impatto ambientale sulla costa e che sono stati costruiti durante il boom turistico del regime franchista.

    IL MAMOTRETO DI AÑAZA

    Nel 1973, sulla costa di Añaza (Santa Cruz de Tenerife), si tentò di costruire un hotel con 741 camere a 30 metri dall’acqua.
    Due anni dopo, però, i lavori furono interrotti dopo l’annullamento delle norme che avevano concesso la licenza, lasciando 40.000 metri quadrati abbandonati per 50 anni.
    Nonostante l’Alta Corte di Giustizia ne abbia ordinato la demolizione nel 1998, i costruttori hanno ignorato la sentenza.
    Il Comune di Santa Cruz si occuperà di terminare la demolizione, per la quale lo scorso settembre ha assegnato la redazione del progetto alla società Proyelim, S.L. per oltre 123.000 euro e un periodo di consegna di cinque mesi.

    LO SCHELETRO DI ROJAS

    15 piani di cemento e metallo costituiscono due enormi strutture erette negli anni ’70 nel paesaggio protetto della Costa de Acentejo.
    Le loro rovine sono una minaccia ambientale che ha causato ripetutamente frane e ha portato alla chiusura degli accessi vicini per evitare incidenti.
    L’edificio, oggi noto come “lo scheletro”, non è mai stato terminato e la sua demolizione è estremamente complessa poiché si trova su una scogliera.
    Nel 2019, l’allora assessore isolano alla Politica territoriale del Cabildo di Tenerife, Miguel Ángel Pérez (PSOE), auspicò che il Piano di protezione speciale includesse il piano di demolizione, pur assicurando che non era stato possibile determinare chi fossero i proprietari.

    IL COMPLESSO RESIDENZIALE MAR Y SOL

    Nel caso del complesso residenziale Mar y Sol, situato a Mesa del Mar (Tacoronte), la natura stessa è stata responsabile dello sgombero dell’edificio.
    Nel 2018, le immagini dei balconi del complesso spazzati via da enormi onde a causa di una tempesta che ha colpito l’isola hanno fatto il giro del mondo.
    La situazione ha evidenziato il rischio quotidiano che corrono i residenti.
    La costruzione, che in origine doveva essere un hotel di lusso e che è stata trasformata in un complesso residenziale, è stata inaugurata nel 1967 dall’allora ministro del Turismo di Franco Manuel Fraga e si trova su una stretta striscia di rocce a picco sull’acqua.
    Negli anni ’90, il sindaco Guillermo Graham lo denunciò come un attacco alla costa e promise di demolirlo e di risarcire i proprietari.
    Il comune di Tacoronte propose quindi l’esproprio dell’hotel alla Direzione Generale delle Coste per violazione della Legge Costiera. L’accordo è stato impugnato da Hoteles Afortunados, S.A. e la Corte Suprema ha annullato l’accordo.
    Nel 1998, l’edificio Mar y Sol fu autorizzato alla demolizione in seguito a un accordo tra la comunità dei proprietari e la nuova squadra di governo municipale (ATI-CC).
    Bina Bianchini

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