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    Carissimo Tino Buazzelli! Tre casi di Nero Wolfe per imparare a dire la bugia giusta al momento giusto!

    Questa è la migliore cronaca che io abbia mai scritto: un omaggio a Tino Buazzelli e Paolo Ferrari.

    Ma questa è una bugia, perché la migliore sta per venire, e non è un caso poiché sono IL diletto alunno di Wolfe, detto il re dei bugiardi.
    Sono tornato al mio primo amore: il Wolfe interpretato da Tino Buazzelli, un bravissimo attore.
    Con i suoi 150 kg Wolfe è il più grande investigatore privato d’America e un consumato  coltivatore di orchidee: lui preferisce avere 10.000 di quei fiori invece che una sola donna.
    Il Nostro non esce mai dalla sua casa-studio, dove abita insieme ad Archie e Fritz.
    Archie è il suo braccio destro, un simpaticone capace di provare anche risentimento contro il suo principale. Confessione: sto vedendo “La casa degli attori”, ci ho messo quattro anni a scoprire che Paolo Ferrari è un attore meraviglioso, e io che dicevo che il suo Archie non mi convinceva…
    Fritz, il cuoco-maggiordomo è uno svizzero raffinatissimo che parla in francese e dà del “Monsieur” al suo capo.
    Da quando ho iniziato a vedere questi sceneggiati, ho provato un po’ d’invidia perché la vita di questi tre scapoli che abitano insieme mi sembrava somigliante a una famiglia.
    Per scendere in campo il Nostro ha anche tre detective avventizi: Panzer, Carter, Darkin.
    Tutti gli appuntamenti con i suoi clienti e sospettati sono in casa sua e con diverse bugie e trappole li fa confessare. Questo sistema di lavoro gli permette, a volte, un bel colpo di scena davanti ai colpevoli.
    Credo che Wolfe sia un teatrista mancato, come me.
    Nell’epoca del politicamente corretto lui è capace di dare dell’ “imbecille” a un cliente!
    # 1 Lo sceneggiato “Veleno in sartoria” (Case of the red box) è un caso di danno collaterale.
    È la macabra storia di una vedova cattiva che, quando muore sua figlia, se ne compra un’altra da un artista bohèmien.
    Lui dopo diventerà il proprietario di una pregiata casa di moda a New York; il fatto insolito è che una delle sue modelle è sua figlia, ma lei non lo sa.
    Lei riceve carissimi brillanti in regalo dal padre che l’ha venduta.
    Però la felicità della vedova finisce quando la falsa figlia è prossima a diventare maggiorenne e l’impresario le propone di ricomprarla.
    Peggio, l’amante della cattiva vuole fidanzarsi con l’indossatrice per amministrare il suo patrimonio.
    Allora la nostra Crudelia decide di uccidere l’impresario, però prima ammazza per sbaglio un’altra modella.
    Dopo l’assassinio decide di ammazzare anche l’amante che la ricatta.
    Wolfe capisce al volo che il crimine della modella è stato un crimine per errore, infatti il bersaglio era il proprietario della casa di moda.
    Siccome l’impresario viveva nell’incubo di essere ammazzato, nomina come esecutore testamentario il Nostro lasciandogli, senza dirgli dove, una scatola di velluto rosso con la sua confessione: l’unica maniera di conoscere la verità.
    Questa scatola, introvabile, è la prova del delitto, dunque che fa il nostro genio?
    Wolfe compra una scatola simile e incarica un calligrafo falsario di imitare la calligrafia della vittima.
    Così l’assassina confessa i suoi crimini davanti a uno stupefatto Ispettore Cramer; lui ha con Wolfe un rapporto di ammirazione-odio.
    Alla fine dello sceneggiato gli dice: Wolfe, lei è un falsario, un bugiardo, commette un reato al minuto, mi dà dell’ottuso e dello sciocco, ma congratulazioni! 
    Aggiungo che nello sceneggiato “Il pesce più grosso”, questo brontolone cercherà di aiutare Wolfe quando riceve l’ordine di inventare qualcosa, sotto richiesta del FBI, per togliergli la Licenza d’Investigatore Privato.
    Cramer è un brontolone, ma leale!
    # 2 “Sfida al cioccolato” (Gambit), possiamo definirlo come un crimine di gambetto accaduto durante un torneo di scacchi nel Gambit Club a New York.
    In una saletta riservata a Paul Gerent, entrano sei uomini e Mattew Blount, all’inizio tutti i sette sono sospettabili dell’assassinio del primo.
    Questi sei sono scagionati da un particolare: l’unico che conosceva il viso di Gerent era Blount.
    Wolfe ne deduce che lo scopo finale era mandare Blount sulla sedia elettrica.
    Ma come?
    Il Nostro lo presenta come un caso di gambetto dove Gerent è stato il pedone; negli scacchi il gambetto è una mossa col sacrificio iniziale di un pedone mirando ai vantaggi che verranno poi.
    La domanda giusta è: chi aveva interesse a disfarsi di Blount?
    Risposta: il dottor Every.
    Lui mette l’arsenico in un bicchiere di cioccolata che sarà portato da Mattew Blount a Paul Gerent, questo provocherà la sua morte e condurrà Blount in carcere per essere giustiziato.
    Come mai?
    Il dottore voleva presentarsi alle elezioni di New York e con il suo avversario morto avrebbe avuto la strada libera. Si da il caso che Blount sapesse che il dottore aveva un passato oscuro quando lavorava in una clinica fuorilegge, quindi lui aveva paura che Blount portasse alla luce questo passato.
    Per risolvere il caso il Nostro tende una bella trappola al dottore, con l’aiuto di Archie e i suoi tre collaboratori.
    # 3 Nello sceneggiato “Salsicce Mezzanotte” Wolfe, come al solito, riesce a smascherare un assassino e la sua complice grazie a una bugia.
    Come mai?
    Il Nostro, raffinato cuoco, partecipa come ospite d’onore al convegno dei migliori cuochi del mondo: Les Quinze Maîtres.
    La prima serata prevede una gara di abilità tra i cuochi, loro devono assaggiare nove “Salse Printemps”, ciascuna delle quali priva di un’erba aromatica, e scoprire l’erba mancante.
    Ogni partecipante va in cucina per la degustazione; l’ultimo è Wolfe.
    Lui cerca un coltello pulito, però lo trova infilato nella schiena di Philippe Laszlo.
    Una questione etica che mostra l’onestà del Nostro: lui si vede costretto ad indagare sull’assassinio di Lazlo, disprezzato dai suoi colleghi perché ladro di ricette.
    Lo fa per aiutare il suo amico Berin, ingiustamente sospettato dalla polizia, sebbene all’inizio della serata Berin, altro dei partecipanti, si sia rifiutato di vendergli la sua ricetta “Salsicce Mezzanotte”.
    Berin è scagionato e ricambia Wolfe regalandogli la sua famosa ricetta.
    Insomma la nobile arte dell’inchiesta, come vediamo nel lavoro di Wolfe, richiede di saper dire la bugia giusta al momento giusto e la capacità di creare trappole, è anche un plus essere abili nel travestirsi, come faceva ad esempio Sherlock Holmes.
    In Luglio: “Maigret, il Commissario del cuore orizzontale”.
    Equipaggio: Nero Wolfe (Tino Buazzelli); Archie Goodwin (Paolo Ferrari); Fritz (Pupo De Luca); Ispettore Cramer (Renzo Palmer); Saul Panzer (Roberto Pistone); Carter (Mario Righetti); Darkin (Gianfranco Varetto).

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