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    L’inquietante grotta degli aborigeni delle Isole Canarie che fungeva da calendario e altri riti

    Foto da www.grancanaria.com

    Questa grotta è uno dei luoghi più magici e misteriosi degli aborigeni delle Isole Canarie.

    La cultura Guanche, originaria delle Isole Canarie, è stata oggetto di fascino per gli storici e gli archeologi di tutto il mondo grazie al suo ricco patrimonio e alle sue enigmatiche eredità.
    Conosciuti per il loro profondo legame con la natura e per le loro pratiche culturali uniche, gli aborigeni delle Canarie hanno lasciato la loro impronta sull’arcipelago attraverso numerosi siti archeologici, molti dei quali sono oggi accessibili al pubblico nelle Isole Canarie.
    Uno degli esempi più notevoli di questa eredità nelle Isole Canarie è il Risco Caído, situato a Gran Canaria tra i comuni di Artenara e Gáldar.
    Questo sito, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019, è la testimonianza delle avanzate conoscenze astronomiche e cerimoniali dei Guanci.
    Il complesso è costituito da diverse grotte che si ritiene siano state utilizzate per rituali religiosi e osservazioni astronomiche.
    In una di queste grotte, nota come C6 o “grotta sei”, gli esperti hanno scoperto una serie di segni che suggeriscono una sofisticata gestione del tempo e delle stagioni.
    Il momento clou di questo sito si verifica ogni mattina da aprile a settembre, quando un fascio di luce solare penetra attraverso una piccola apertura e illumina in modo specifico queste incisioni sulla parete occidentale della grotta.
    Si pensa che questa luce segni il periodo di 180 giorni tra il solstizio d’estate e quello d’autunno e che fosse uno strumento fondamentale per la pianificazione agricola e cerimoniale dei Guanci.
    Questo sito archeologico situato tra i comuni di Artenara e Gáldar, nei Sacri Monti, ha un valore storico e scientifico incalcolabile.
    Oltre al suo valore storico e scientifico, il Risco Caído è un’attrazione turistica che offre visite guidate e attività didattiche, permettendo ai visitatori di esplorare da vicino l’ingegno e la spiritualità degli antichi abitanti delle Canarie.
    La zona è nota anche per la sua bellezza naturale, con una biodiversità che va dai fossili alle orchidee.
    Le Isole Canarie ospitano altri quattro siti Patrimonio dell’Umanità.
    A Tenerife, la città di San Cristóbal de La Laguna è stata designata nel 1999.
    Questo luogo si distingue per il suo assetto urbano, che è servito da modello per molti dei primi insediamenti coloniali in America.
    Il Parco Nazionale del Teide, sempre a Tenerife, è stato riconosciuto nel 2007 per il suo impressionante paesaggio vulcanico e la sua importanza ecologica.
    A La Gomera, il Parco Nazionale di Garajonay detiene il titolo dal 1986.
    Questo parco è famoso per la sua foresta di alloro, un tipo di foresta pluviale subtropicale che si è conservata come un relitto dell’era terziaria.
    La Gomera è famosa anche per il silbo gomero, una lingua fischiata unica nel suo genere, dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dall’UNESCO nel 2009.
    Questo metodo di comunicazione è stato sviluppato per consentire l’interazione tra le profonde valli e i burroni dell’isola, dimostrando l’ingegnosità dei suoi abitanti nell’utilizzare il paesaggio naturale per le loro esigenze comunicative.
    Questi siti non solo celebrano il ricco patrimonio culturale e storico delle Isole Canarie, ma sottolineano anche l’importanza di preservare e comprendere le pratiche ancestrali che sono sopravvissute nel corso dei secoli.
    Attraverso l’esplorazione e lo studio di questi siti, gli abitanti del luogo e i visitatori possono acquisire un apprezzamento più profondo per la storia e la cultura di questo arcipelago unico, imparando come le antiche tradizioni possano continuare a risuonare nel presente.
    La continua ricerca e l’interesse globale per i Guanches non solo arricchisce la nostra conoscenza del passato, ma assicura anche che queste tradizioni perdurino per le generazioni future.
    Bina Bianchini

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