Qualsiasi azione in fisica è dotata di errore. Ne esistono di tanti tipi: errore di misura, errore di previsione, incertezza della strumentazione, approssimazione nei calcoli, e così via.
Esiste un’opera famosa, “Taylor – Introduzione all’analisi degli errori. Lo studio delle incertezze nelle misure fisiche – ed. Zanichelli”…
… che tratta esclusivamente di tutti i tipi di errore presenti in fisica.
Pertanto, qualsiasi previsione meteorologica, fatta anche con i più moderni e potenti supercalcolatori, presenta un’incertezza.
Molti siti di previsione non troppo professionali propagandano di azzeccare sempre previsione, al solo scopo di attirare click e quindi guadagni.
In effetti, un non addetto ai lavori si fiderebbe di una previsione fatta con termini probabilistici e usando il condizionale?
Nel mondo attuale, si vogliono certezze: certezze che però non esistono e non potranno mai esistere in fisica (come nella vita in generale…).
Faccio un semplice ragionamento matematico: un ipotetico sito meteo pubblicizza il fatto che le sue previsioni per la giornata successiva siano al 99.9% esatte, quindi la probabilità che sbagli previsione per l’indomani è di 1 su 1000, vale a dire 1 giorno ogni 3 anni circa.
Siccome fa previsioni per i circa 8000 comuni (italiani), ogni giorno sbaglia previsione per 8 comuni, mentre ne azzecca per i restanti 7992.
Un altro sito meteo fa le previsioni orarie (quindi 24 bollettini al giorno), afferma che i successivi 24 bollettini orari siano esatti: facendo il medesimo calcolo di sopra con le medesime supposizioni, la probabilità che sbagli l’intera previsione di una giornata accade con cadenze di 24000 giorni, nonché quasi 66 anni.
Ha senso una cosa simile?
Ovviamente no!
La verità, quindi, è ben diversa, e mediamente l’affidabilità nella previsione nell’arco di 24 ore è circa il 90%.
Quindi si sbaglia previsione per l’indomani ogni 10 giorni (mediamente), nonché 35-40 giorni all’anno: altro che una ogni 66 anni!
Ovviamente, se un sito pubblicizza “le nostre previsioni sono corrette al 90% per le prossime 24 ore e 50% per le prossime 72 ore” qualcuno lo visiterebbe?
In definitiva il succo del mio ragionamento è: ad oggi NON si va oltre il 95-98% di probabilità di previsione esatta per le 24 ore in condizioni OTTIMALI (zona pianeggiante, non soggetta a inversione termica, sotto cupola anticiclonica).
In casi particolari (non tanto rari in Italia, sia chiaro) la probabilità a 24 ore scende al 50%: un caso di questo tipo è quando il Nord Ovest è ai margini di una cupola anticiclonica (magari posizionata sull’Adriatico) e di una goccia fredda proveniente dal Rodano, mentre facciamo previsione per un territorio geomorfologicamente complesso come il Levante Ligure.
Dove sta dunque l’utilità di una previsione che è e sarà sempre probabilistica?
Sta nel fatto che se io faccio una scelta sulla base di una previsione la cui affidabilità è, ad esempio, al 90%, 90 volte su 100 avrò fatto la scelta giusta.
Nel singolo episodio o evento può capitare di aver fatto la scelta sbagliata, ma so che la maggior parte delle volte, in una SERIE di eventi (e quindi di scelte) avrò fatto bene.
Se so che Sabato ho il 90% di probabilità che sia bel tempo, mentre Domenica ho il 90% di probabilità che piova e devo decidere di andare al mare, quale giorno sceglierò?
Bene, ci siamo capiti…
L’uomo “della strada” invece spesso dà colpa ai previsori se non piove in un determinato comune quando era prevista variabilità: il problema è che si confonde variabilità con tempo perturbato.
I temporali di calore, ad esempio, sono estremamente difficili da prevedere con precisione chilometrica, poiché possono dar luogo a rovesci anche intensi del diametro di poche centinaia di metri.
Quindi il termine variabilità dà luogo a possibili rovesci e/o temporali alternati a zone di sereno, quindi può capitare di trovare precipitazioni veramente a macchia di leopardo (spesso qui nelle isole).
Il consiglio che do sempre è quello di diffidare di siti che fanno previsioni di inverni gelidi, anno senza estate, possibili tornado tra 3 settimane, neve al piano con un mese di anticipo e cose così.
Una previsione professionale è fatta di se e di condizionali, nonché di bollettini al più di 72 ore: fino a qualche decennio fa la probabilità di commettere un faraonico errore era molto alta, oggi (grazie ai più moderni centri di supercalcolo e ai modelli fisico-matematici) è assai bassa, ma non sono mancati flop clamorosi anche a poche ore dall’evento.
Colpa dell’incompetenza del previsore?
NO!
Colpa dell’ignoranza della gente e di alcuni tipi di mass media.
Bina Bianchini