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    Accendiamo la luce nelle stanze dell’universo

    Nell’isola di Tenerife a Luglio si testerà una tecnologia innovatrice creata nel laboratorio astronomico di Roma a Monte Porzio Catone e assemblata per il test qui a Tenerife, perché tutto è un sogno fantastico fino a quando non funziona e solo allora diventa realtà. 

    Dall’osservatorio astronomico di Izaña, dall’Optical Ground Station dell’Agenzia Spaziale Europea, tutti noi qui sull’isola, gli astrofisici, tu caro lettore, i canari, noi italiani, orgogliosi di appartenere a questa nazione che tanto dà alla scienza e alla conoscenza umana, saremo i primi ad assistere, con gli occhi puntati al cielo notturno, al lancio di un laser chiamato Stella che accenderà la luce nello spazio in un cammino ottico di un telescopio.   

    Per la prima volta invieremo nell’universo una lanterna che illuminerà porzione a porzione lo spazio levando la distorsione atmosferica dalle trasmissioni satellitari, togliendo l’imperfezione dall’immagine nell’universo per riceverne a terra una più nitida illuminata e chiara. 

    Accendiamo la luce nel buio dell’universo, clicchiamo sul pulsante On che sono quegli strati di atomo di sodio, residui di comete, che si irradieranno, illuminando l’intorno, quando il laser punterà a loro. 

    Sembra facile, quasi come prendere un cannocchiale e puntarlo in alto, ma serve l’idea. 

    E se Galileo fu chi puntò al cielo la lente non poteva che essere italiana la nuova intuizione di puntare nell’universo una lanterna. 

    Contattato da Leggo Tenerife Mauro Centrone, astrofisico, tecnico di ricerca dell’INAF-AOR, “inviato speciale” nell’isola Canaria, ci dichiara l’obiettivo di questa Stella Laser che è quello di migliorare la comunicazione con i satelliti e aumentare la resa astronomica dei grandi telescopi. 

    Due sono i progetti CaNaPy e ALASCA.

    CaNaPy corregge l’immagine che si riceve sottraendo a questa il calcolo relativo alla distorsione atmosferica, leva la turbolenza atmosferica in ogni punto del cielo lasciando la realtà pulita e una immagine nitida. 


    Finora questo era possibile se si restava limitati al “perimetro” delle stelle grandi. 

    L’immagine libera dalle distorsioni era possibile solo se si dirigeva lo sguardo alla prossimità illuminata dalla stella grande, ora con CaNaPy è come se portassimo dietro di noi, per le nostre osservazioni, una stella: una lanterna che illumina giusto dove vogliamo vedere. 

    CaNaPy sarà completato a fine mese e darà il passo al progetto ALASCA per le comunicazioni ottiche. 

    E’  italiana anche qui la fase progettuale del Microgate di Bolzano.

    Lo stesso identico cammino satellitare libero dalle distorsioni consente una via più pulita anche per le comunicazioni che saranno più rapide e fluide. 

    La stessa banda può ricevere più informazioni e distribuirle poi agli utenti finali. 

    I satelliti in orbita bassa riceveranno le informazioni. 

    Dalla privilegiata posizione dall’altura del Teide libera da inquinamento luminoso, e dall’insularità di Tenerife, approfittando dall’aria rarefatta si hanno osservazioni ottime. 

    Il laser potenzierà appunto la visione e la ricezione dei grandi telescopi e darà ancora di più luce nel buio trasmettendo informazioni di riflesso. 

    A Tenerife è installato Astri 1. 

    È un telescopio a progetto tutto italiano guidato dall’Inaf per studiare i fenomeni violenti dell’universo. 

    Con uno specchio di 4 metri segmentato, dalla struttura complessa, facilmente individuabile perché di colore rosso, il telescopio capta le particelle che si sviluppano quando l’atmosfera è colpita da raggi gamma prodotti da eventi a fortissima energia come può essere quella delle supernove. 

    La tecnologia e il progetto sono completamente italiani. 

    E non nascondono problematiche complesse quale quella di coniugare gli specchi all’interno di un unico bando ottico, incastrare le lenti, orientarle con precisione e tenere traccia dei minimi cambiamenti per mantenere la simultaneità dei componenti. 

    Il telescopio installato a Tenerife è il primo dei nove previsti sull’aerea dove si è riusciti a fermare l’incendio della scorsa fine estate. 

    Saranno infatti ben nove i telescopi che permetteranno di studiare in contemporanea, nella stessa notte, più oggetti e di potenziare, eventualmente poi, puntandoli tutti e nove su un unico oggetto, lo studio della “cascata” provocata dall’evento a fortissima energia. 

    40 telescopi della stessa famiglia si trovano già in Cile, nel deserto di Atacama dove ha sede l’Osservatorio Europeo Australe (ESO), la finalità è quella di studiare i raggi gamma e le sorgenti che li alimentano.

    Il Cabildo di Tenerife riserva così la tecnologia per le telecomunicazioni e l’osservazione dei grandi fenomeni nell’universo e la stessa tecnologia si divide tra il centro di Azaña e quello in Cile dove è in corso la costruzione del telescopio più grande del mondo. 

    Che si può chiedere di più ad un’invenzione, ad una intuizione? 

    Che serva all’umanità a conoscere se stessa e che aiuti le società a svilupparsi. 

    Giovanna Lenti

     

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