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    Mappe, carteggi o cronache storiche rivelano la mutevole terminologia dell’arcipelago

    Foto da tulugardeescape.com

    Otto isole dell’arcipelago delle Canarie hanno celebrato la giornata della regione il 30 maggio. 

    Sebbene questo giorno sia legato all’inizio dell’arcipelago come comunità autonoma, la verità è che è diventato il momento perfetto per far emergere l’orgoglio di appartenenza.

    La bandiera delle Canarie, la storia, le tradizioni e soprattutto il patrimonio culturale sono alcuni dei temi che vengono messi in risalto dalla popolazione durante queste giornate, in cui vengono vantati sia la gastronomia che i paesaggi.

    Anche la storia è una di quelle domande che tende a diventare virale in questi giorni, ma non è così comune per gli isolani conoscere le loro origini più ancestrali, soprattutto quando si tratta di curiosità sugli aborigeni che tendono a passare inosservate.

    Sapete come i Guanches, i Bimbaches e le altre tribù isolane chiamavano la loro terra e perché hanno cambiato il loro nome in quello attuale? 

    Questa è la storia secondo diversi scritti e documenti storici, tra cui spiccano le cronache della Conquista di Le Canarien.

    Tenerife

    La più grande dell’arcipelago conserva nel nome parte del suo fascino aborigeno. 

    Tenerife deriva dal nome dato all’isola dai Palmeros: nella loro lingua significa “montagna innevata”. 


    Ma come si chiamava prima?

    Secondo alcuni scritti, tra cui le opere di Leonardo Torriania, gli abitanti aborigeni si riferivano a Tenerife come “Achinech”, anche se nei documenti si trovano alcune varianti come Chinet o Chinec.

    Ma la cartografia storica rivela altri possibili nomi per l’isola, il più popolare oggi è Nivaria, traduzione del testo che Plinio il Vecchio dedicò all’arcipelago. 

    Inoltre, esiste un altro nome ancora noto: Isla del Infierno (Isola dell’Inferno).

    Gli aborigeni di Tenerife sono conosciuti come i Guanci.

    Gran Canaria

    Gran Canaria conserva parte di uno dei suoi antichi nomi. 

    Secondo il racconto di Plinio il Vecchio, il primo nome dato all’isola fu Canaria “per il numero di enormi canas”. 

    Poco dopo, in un tentativo di conquista franco-normanna respinto dagli indigeni, le fu dato l’aggettivo Grande. 

    È nella cronaca di quella conquista, chiamata Le Canarien, che appare per la prima volta il nome Gran Canaria.

    Nel frattempo, nella lingua degli aborigeni, l’isola era chiamata Tamarán.

    Fuerteventura

    Il nome dato alla popolazione dell’isola, che coincide anche con gli aborigeni di Lanzarote, è quello dei mahos o majos. 

    Da questo termine deriva non solo il nome che oggi si usa per i suoi abitanti, majoreros, ma anche parte del nome della terra: Maxorata. 

    Tuttavia, in alcuni scritti dell’epoca, Fuerteventura viene anche chiamata Erbania.

    Intanto, il nome attuale deriva da quello dato dagli antichi navigatori, le cui mappe indicavano l’isola come “Gran Afortunada” (Grande Fortunata) o, in altre parole, Forte Ventura.

    Lanzarote

    I majos chiamavano la loro isola Tite-Roy-Gatra, che significa Las Coloradas Lomas (le colline rossastre) per il colore rossastro del paesaggio.

    Il cambio di nome ha una delle storie più curiose: Lanzarote deve il suo nome al marinaio genovese Lancelotto Malocello, uno dei primi esploratori dell’isola.

    La Gomera

    Pochi cambiamenti in questo caso dall’epoca aborigena a oggi. 

    Solo un elemento è cambiato: era antes Gomera. 

    Alcuni studiosi della storia dell’arcipelago indicano l’origine berbera di questo nome: la Gmara, poi castellanizzata.

    La Palma

    Benahoare è il nome dato all’isola dai suoi stessi abitanti, che significa “la mia terra”. 

    Esistono diverse ipotesi sull’attuale denominazione, la più diffusa è che il nome le sia stato attribuito da viaggiatori e marinai che transitavano nella zona per alludere alla sua vegetazione.

    Tuttavia, poiché a La Palma non si registrano molte specie specifiche legate a questo termine, si sostiene anche che questo nome sia una derivazione di quello dato da Plinio il Vecchio, Planaria.

    El Hierro

    Il nome attuale dell’isola compare per la prima volta sulle mappe e sulle carte geografiche della metà del XIV secolo utilizzate da viaggiatori e navigatori maiorchini, castigliani, italiani e portoghesi per percorrere l’arcipelago, commerciando le poche ricchezze che le isole possedevano e, soprattutto, catturando i loro nativi per venderli come schiavi nei mercati di Siviglia e Valencia, principalmente. 

    Ma in queste mappe appare solo con il nome di Fero, che viene interpretato come una grafia errata di Ferro. 

    La prima iscrizione in cui compare con l’etimo latino “ferrum” è in Le Canarien, nel 1402, con tre varianti francesi: Fer, Fair e Ferre.

    I primi abitanti, i Bimbache, chiamarono la loro terra Eseró.

    La Graciosa

    Non ha un nome aborigeno, poiché non è mai stata abitata. 

    Tuttavia, il suo nome attuale risale a prima della conquista: sulle mappe e sulle carte dei viaggiatori che visitarono l’isola nel XIV secolo, l’isola è indicata come “graciosísima a la vista” (più graziosa alla vista).

    Franco Leonardi

     

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