Secondo quanto si apprende da un articolo di Emanuele Lauria su Gente d’Italia, il quotidiano indipendente fondato nel 1999 da Maria Josette Caprio e Domenico Porpiglia, punto di riferimento per gli Italiani SudAmericani la riforma del premierato in discussione in Senato potrebbe aumentare significativamente l’influenza degli italiani residenti all’estero nell’elezione del Presidente del Consiglio.
Attualmente, i cinque milioni di italiani all’estero eleggono 12 parlamentari su 600, ma la nuova legge potrebbe far valere ogni loro voto quanto quello degli italiani residenti in patria, creando un “partito” del 10% capace di determinare l’elezione del premier.
Questo scenario ha sollevato critiche tra i costituzionalisti per la sproporzione del peso del voto estero rispetto ai seggi spettanti.
Inoltre, ci sono preoccupazioni riguardo alla trasparenza del voto per corrispondenza, con precedenti di brogli elettorali.
La legge è stata portata in Aula ma non ha ancora trovato una soluzione: alcuni propongono di impedire il voto estero per il premier o di ridurne il peso, entrambe opzioni difficili da implementare.
“O si impedisce ai nostri connazionali all’estero di votare il premier – ragiona il senatore del Pd Dario Parrini – o si fa in modo che il loro consenso conti di meno.
Entrambe le soluzioni le vedo difficili.
La verità è che questa norma fa inceppare l’intero meccanismo.
È una delle incongruenze che rendono il premierato, in questa forma, anche tecnicamente irrealizzabile”.
(NoveColonneATG)