La Orotava conserva nel suo centro storico un’infinità di elementi patrimoniali unici, alcuni dei quali, come queste antiche protezioni in legno, passano inosservati.
La Orotava, come città storica e monumentale, fondata più di 500 anni fa, conserva nel suo centro storico, uno dei meglio conservati dell’Arcipelago, numerosi e variegati tesori del patrimonio.
Alcuni sono grandi e conosciuti, come la chiesa della Concepción, un gioiello del barocco canario, altri sono più piccoli e semplici e passano inosservati agli abitanti e ai visitatori, nel mezzo di una città che cerca di crescere e modernizzarsi senza perdere la sua identità e l’essenza antica e signorile che l’ha sempre caratterizzata.
Uno di questi elementi singolari poco conosciuti, che oggi sono quasi un’esclusiva di La Orotava, per quanto riguarda l’isola di Tenerife, sono le cosiddette “guardaesquinas”, protezioni in legno che venivano poste agli angoli di alcune case ancestrali.
Nel centro storico di Orotava se ne conservano solo cinque.
Una di queste, situata al numero 18 di via Tomás Zerolo, all’angolo con il vicolo Ascanio, è stata strappata dai vandali durante la notte dell’ultimo “Ballo dei Maghi” delle feste patronali.
Fortunatamente, i proprietari del numero 18 di via Tomás Zerolo hanno trovato il “paraspigoli” strappato, lungo circa un metro, e potranno rimetterlo al suo posto una volta restaurato a dovere, poiché si tratta di un pezzo di legno ben lavorato e decorato.
Questo piccolo incidente festivo serve da pretesto per indagare sui curiosi paraspigoli della Villa, modesti elementi decorativi che meritano di essere meglio conosciuti e protetti, visto che alcuni di essi hanno più di 300 anni.
I proprietari di molti edifici di questa città, soprattutto – spiega Hernández Gutiérrez – quelli situati su appezzamenti d’angolo in cui convergevano due strade, optarono nei secoli XVIII e XIX per l’installazione di una barra di legno per proteggere gli angoli delle loro case dai colpi degli assi e delle ruote dei carri che sfregavano continuamente gli angoli quando li giravano.
Questo accadeva facilmente a quei tempi, poiché molte delle strade del paese sono sempre state molto ripide e, inoltre, poiché il pavimento era lastricato di ciottoli, era frequente che le ruote dei carri carichi sbandassero, soprattutto nei giorni di pioggia.
Queste strade, come Tomás Zerolo o del Agua, erano utilizzate secoli fa per i carri carichi di barili di vino diretti alla banchina del porto di La Orotava, oggi Puerto de la Cruz, per essere imbarcati ed esportati in Inghilterra o addirittura in America.
I vini della Valle di La Orotava, in particolare la Malvasia, citata persino dallo stesso William Shakespeare in alcune sue opere, erano conosciuti e apprezzati in mezza Europa e il loro commercio portava grandi ricchezze ai proprietari terrieri di La Orotava e al comune in generale.
Senza andare oltre, la costruzione della chiesa di La Concepción fu finanziata in gran parte grazie al commercio di vino con l’America.
Attualmente, il centro storico di La Orotava conserva cinque di queste guardie d’angolo, “elementi di interesse patrimoniale in quanto pezzi di ornamento pubblico di epoche passate”, secondo la definizione del professor Sebastián Hernández Gutiérrez.
Hanno una tipologia comune: un pezzo di legno a forma di colonnina incassato nel muro e coronato da una sfera. Le dimensioni variano da uno a due metri.
Una si trova alla confluenza delle vie Doctor Domingo González e Salazar, attaccata al numero 1 della prima, proprio di fronte al popolare mulino Chano gofio.
Questa è semplice, non decorata, ma è la più grande, lunga circa due metri.
Si trova in un edificio di grande valore patrimoniale, un buon esempio di architettura domestica canaria, la casa González García, costruita alla fine del XVIII secolo, dove nel XX secolo visse il famoso medico Domingo González García, da cui prende il nome la via.
Nelle vicinanze si trova un’altra guardia d’angolo, in direzione della Cruz del Teide, al numero 31 della stessa via, Calle Salazar, all’angolo con Calle Claudio.
È molto più piccola e anch’essa semplice. Una delle più eleganti e decorate è quella al numero 3 di Calle León, all’angolo con Calle San Agustín, vicino a Plaza de la Constitución o piazza del Kiosco.
Protegge l’angolo di un grande edificio del XIX secolo, di influenza classicista, che, oltre a vari usi commerciali, è stato sede del Museo Tafuriaste.
Scendendo per via Tomás Zerolo, sulla destra, al numero 18, un palazzo del XVIII secolo, troviamo la già citata guardia d’angolo, vandalizzata durante le ultime feste, più piccola e spessa delle altre, ma ben decorata ed elegante.
E alla fine di questa stessa Calle del Agua, all’angolo con Calle Viera, nella storica Casa de Mesa, di fronte alla chiesa di Santo Domingo, si trova il quinto paraspigoli, di grandi dimensioni (circa un metro e mezzo), anche se più grezzo e semplice, senza palla in cima, probabilmente perché è il più antico di tutti.
In questa, come nell’altra più grande in Calle Doctor Domingo González e in quella in Calle León, si possono vedere gli enormi chiodi che le attraversano e le fissano al muro.
La Casa de Mesa risale al XVI secolo e fu la residenza del conquistador Diego de Mesa.
È uno dei monumenti più antichi di La Orotava, con una notevole facciata in muratura in stile plateresco affiancata da colonne corinzie scanalate.
Redazione