Gli abitanti delle frazioni promuovono la coltivazione della patata “borralla o melonera”, un tubero dalla lunga storia che è andato perduto a causa dell’esodo degli abitanti, della siccità e dei parassiti.
Il Massiccio di Anaga racchiude autentici tesori, non solo per gli occhi ma anche per i sensi.
Un’enclave dove la natura esplode in tutto il suo splendore, fondendosi con la storia dei suoi borghi, dove gli abitanti continuano a impegnarsi per conservare le tradizioni di un tempo.
Il clima, il suolo vulcanico con minerali basaltici, insieme alla tenacia e al know-how degli agricoltori, hanno dato vita a un’enclave in cui la campagna è stata il motore principale di un’economia di sussistenza, incentrata sull’autoconsumo, e in cui spiccano prodotti unici, come la borralla o patata melone.
Questo tubero dalla lunga storia, il cui seme è arrivato dal Perù più di 500 anni fa, è diventato il gioiello gastronomico di Anaga, soprattutto a Chinamada, Bejia, El Batán, Las Carboneras, Taborno, la parte alta di Afur, Roque Negro e Taganana.
Si tratta di una patata dalla consistenza forte, tondeggiante e di piccole dimensioni, ma con molta pasta, che si conserva per un anno ed è anche deliziosa da mangiare.
Tuttavia, gli abitanti delle frazioni spiegano che, nel corso degli anni, la sua coltivazione è andata perduta per vari motivi, soprattutto a causa dell’abbandono delle campagne da parte della popolazione, insieme alla siccità e ai vari parassiti che hanno colpito le piantagioni.
Nonostante ciò, ci sono ancora residenti che si rifiutano di dimenticare questo segno di identità, come nel caso di Iván.
“Le patate di Borralla vengono ancora piantate in piccole proporzioni per l’autoconsumo o per i ristoranti della zona. Per questo chi ha meloneras oggi ha un tesoro”, dice.
La patata borralla non è solo la star di Anaga ma, secondo gli studi, è un’esclusiva delle Isole Canarie.
Ha una forma allungata, con occhi un po’ profondi, ed è riconoscibile perché la sua buccia è marrone chiaro con sfumature arancioni.
È indubbiamente una delizia per il palato e ogni anno ha un suo riconoscimento, in particolare a Taborno, dove a fine novembre si tiene la sagra della patata borralla, evento giunto all’ottava edizione.
Per conservare le sementi, la produzione è stata portata in altre zone, come La Esperanza, El Sauzal, Tegueste, San Juan de la Rambla, Icod el Alto e il Parco rurale di Teno.
Bina Bianchini