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    Microislas: l’oasi che salva gli uccelli

    Charadrius alexandrinus
    da es.wikipedia.org

    Il collettivo Fénix Canarias ha dato vita a un progetto che cerca di ridurre il rischio di annegamento degli uccelli quando si recano in stagni o laghetti per bere acqua o rinfrescarsi.

    Non è raro trovare uccelli morti, spesso per annegamento, negli stagni e nelle dighe dell’isola. 

    Entrano in acqua per dissetarsi o rinfrescarsi, ma una volta dentro non riescono a uscire e finiscono per annegare. 

    Una denuncia del 2020 da parte di un gruppo di Valencia, Adensva, ha aperto gli occhi in Spagna su un impatto che fino ad ora era stato normalizzato e che poteva essere devastante per gli uccelli protetti. 

    È in questo contesto che è nato il progetto Microislas, lanciato da Fénix Canarias, un’associazione senza scopo di lucro composta da professionisti con vocazione forestale che hanno preso sul serio il problema e stanno conducendo una proposta sperimentale per offrire un’alternativa per salvare gli uccelli.

    Microislas cerca di ridurre il rischio per questi animali installando isole galleggianti ottagonali e modulari, realizzate con materiali riciclati e ricoperte di flora autoctona, in stagni, bacini e piscine di Gran Canaria e anche nello stagno di Maspalomas, a San Bartolomé de Tirajana. 

    Sono di tre dimensioni, da 8 metri quadrati a 50 centimetri di superficie, a seconda del bacino idrico. 

    Queste isole, come oasi di salvataggio, permetteranno agli uccelli di riposare, bere acqua e riprendere il volo in tutta sicurezza. 


    Nel caso di quella collocata nella charca, che è tra le più grandi, si spera che aiuti alcuni uccelli, come il piviere del Kentish (“Charadius alexandrinus”), a nidificare lontano dai gatti e da altri potenziali predatori terrestri.

    L’iniziativa, che prevede il posizionamento di 11 microisole, è un progetto pilota che sarà monitorato da Domingo Trujillo e sarà integrato dalle foto inviate dalle telecamere di fototrappolaggio installate sulla superficie di queste strutture. 

    L’idea è di lasciarle sine die, ma il loro studio continuerà per due anni. 

    Per il momento, è già stato rilevato che vengono utilizzate da merli, aironi cenerini, martin pescatori e gallinelle d’acqua.

    Questo progetto è stato reso possibile grazie ai finanziamenti di CaixaBank e della Fundación La Caja de Canarias, dopo essere stato selezionato nel bando Ambiente 2023, e si avvale della collaborazione del Cabildo, un’istituzione che, non a caso, ha ricevuto una lettera dall’Unità per l’Ambiente della Procura della Repubblica a livello nazionale che la sollecitava ad adottare misure per mitigare il problema.

    Questo organismo ha ordinato a tutte le comunità di ispezionare i propri bacini antincendio e di irrigazione per verificare la presenza di fauna protetta annegata, il che ha portato l’Unità di Agenti Forestali e Ambientali (Uafoma) a realizzare uno studio per le Isole Canarie che ha rilevato nel 2023, dopo 2.173 ispezioni, che il 2,2% dei bacini delle isole presentava uccelli annegati, una percentuale che include solo quelli visti dagli agenti.

    Franco Leonardi

    NdR: spiace dirlo, ma è l’ennesimo tentativo dannoso di salvare a tutti i costi i meno adatti, il che porterà a un indebolimento della specie “salvata”

     

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