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    La tessera vaccinale e la nuova pandemia annunciata: l’etica del mondo medico sul banco degli imputati

    Da medico sono doppiamente orrorizzato dalla nuova era di follia sanitaria che si avvicina senza grandi ostacoli.

    Non ci è bastato l’orrore che abbiamo vissuto?

    Ancora una volta i premi Nobel passeranno da eretici e i somari avranno briglia sciolta per gridare nei talk show? 

    Da medico, quando iniziò il tunnel della pandemia, scelsi di “restare a casa” e “aspettare il vaccino”.

    Scelsi un comportamento responsabile, come tanti, in attesa di capire cosa stesse succedendo.

    Poi iniziai a leggere pubblicazioni di veri virologi, di persone che dietro la laurea in medicina avevano anni di studio comprovati, di ricercatori con pedigree di lusso, e mi resi conto che, in realtà, multinazionali pronte con grande anticipo all’evento, vendevano per vaccino un farmaco sperimentale, inadatto allo scopo di aiutare le persone, adatto ad arricchire una oligarchia senza scrupoli e danneggiare la salute delle persone. 

    Semplicemente, il siero obbligatorio per legge, non aveva le caratteristiche di un vaccino.

    Cambiai opinione, posizione, linea di comportamento, pur continuando a rispettare, umanamente, non professionalmente, il sacro diritto di ogni parente, amico, paziente, di esercitare il libero arbitrio e agire secondo coscienza, senza mai entrare nel braccio di ferro sterile fra no-vax, ni vax, sì vax.


    La divisione in bande ostili è stata, a mio avviso, un danno nel danno, di immense proporzioni, un medico cura le persone e basta, non le divide per gruppi di opinioni e i miei pazienti sanno che io non l’ho mai fatto.

    I medici in prima linea sul fronte della vaccinazione di massa senza differenza fra persone con o senza patologie,  donne incinte e bimbi appena nati,  persone molto anziane,  soggetti allergici e non,  hanno sulla coscienza una strage di innocenti.

    Hanno negato l’evidenza del fatto che, da sempre, si portavano i bimbi dal cuginetto col morbillo perché lo prendessero e sviluppassero così una naturale immunità. 

    L’immunità che l’organismo sviluppa quando affronta e vince un virus è un’arma che la medicina non può imitare con leggerezza con un vaccino, anche di tipo tradizionale, che, nella migliore delle ipotesi, cerca di imitare una reazione immunitaria spontanea creando una risposta meno efficace di quella che si ottiene con il contatto diretto.

    Le persone che hanno superato il covid in modo spontaneo, con il supporto di terapie adatte, certamente non con la vigile attesa, hanno sviluppato infatti una copertura immunitaria di molto più efficace dei soggetti vaccinati e lo dico da medico, sulla base della mera osservazione sui miei pazienti e sulla lettura delle statistiche ufficiali degli istituti di sanità.

    Il fondamento, la base, la bibbia, della preparazione di un medico è il comandamento NON NUOCERE.

    E’ impossibile non ammettere che ogni farmaco esistente è utile in alcune circostanze, inutile in altre, dannoso in altre, mortale in altre ancora.

    E’ stato violato il comandamento basilare della medicina con la sola imposizione a tutti, senza eccezioni, di un unico composto chimico, troppo brevemente testato, la cui composizione esatta è addirittura un segreto di Stato. Perché?

    Stiamo ancora contando le vittime delle patologie attendibilmente indotte dal vaccino che, come predisse il premio Nobel Montagner, hanno iniziato a morire all’improvviso, a migliaia, nel silenzio dei medici mercenari, forti di pochissime e mal digerite letture, che si sono prestati a fare da menestrelli al potere politico.

    Miocarditi, ictus, trombosi, neuropatie, sterilità, turbotumori… la lista è impressionante.

    Non voglio e non  posso credere che, davanti alla possibilità di consegnare le persone una seconda volta nelle mani dei registi della prima pandemia, la mia comunità, la comunità di coloro che giurano sulla sacralità della salute e della difesa della vita, del rispetto della persona e della lotta incessante alla sofferenza, resterà in un angolo a guardare.

    Dott. Alessandro Longobardi

     

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