Al termine della vita lavorativa, una delle principali preoccupazioni di un lavoratore è l’ammontare della pensione che riceverà al termine della sua carriera.
Questo perché nella maggior parte dei casi la pensione è la principale fonte di reddito.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale permette di calcolare l’importo della pensione di vecchiaia conoscendo il numero totale di anni di contributi e la base contributiva media degli ultimi anni.
Per il calcolo della pensione di vecchiaia, la Previdenza sociale tiene conto di tre requisiti: l’età di erogazione della pensione, le basi contributive e il numero totale di anni di lavoro.
Le basi contributive saranno utilizzate per determinare la base normativa o, in altre parole, il 100% della pensione a cui si ha diritto.
D’altra parte, il numero totale di anni di contributi determinerà la percentuale di questo 100%.
D’altro canto, l’età determinerà l’applicazione o meno di un coefficiente di riduzione.
In altre parole, anticipare l’età pensionabile significa che la Previdenza Sociale applicherà una penalizzazione sotto forma di coefficienti di riduzione, come stabilito dalla Legge 27/2011.
L’età pensionabile aumenta ogni anno (e di fatto continua a farlo) e terminerà nel 2027, quando l’età pensionabile sarà di 67 anni o 65 nel caso di 38 anni e 6 mesi di contributi.
La base normativa della pensione di vecchiaia contributiva si calcola sommando le basi contributive degli ultimi 300 mesi prima del mese in cui inizia il pensionamento e dividendo poi il totale per 350.
A tutte le basi contributive, ad eccezione degli ultimi due anni, viene applicato un coefficiente per riflettere l’effetto dell’inflazione.
Inoltre, si può applicare l’integrazione dei buchi, che in pratica significa aggiungere i periodi in cui non è stato possibile contribuire, a causa della perdita del lavoro, di motivi familiari o personali, o di una contribuzione inferiore al minimo a causa di un contratto part-time.
Dopo aver ottenuto la base normativa, è necessario sapere quale percentuale di questa base corrisponde al lavoratore.
Ciò dipenderà dal numero di anni e di mesi lavorati durante la sua carriera. In altre parole, più sono gli anni, più alta sarà la percentuale da versare.
Per avere diritto alla pensione di vecchiaia contributiva, è necessario aver versato i contributi per minimo 15 anni, il che dà diritto al 50% della base normativa. Se si sono versati più anni di contributi, si applicano le seguenti percentuali:
Per ciascuno dei 49 mesi successivi, alla base regolamentare verrà aggiunto un ulteriore 0,21%.
Successivamente, per ognuno dei 209 mesi successivi, verrà aggiunto un ulteriore 0,19% alla base normativa.
In questo modo, per ricevere il 100% della pensione, sarà necessario aver contribuito per un totale di 36 anni e sei mesi nel corso della propria vita lavorativa.
Ora, come abbiamo detto, il regolamento della previdenza sociale cambierà nel 2027 e sarà necessario avere 37 anni di contributi per continuare ad avere diritto al 100% della pensione.
Conoscendo il numero totale di anni di contributi e la base normativa, è possibile determinare l’importo approssimativo della pensione di vecchiaia che il lavoratore riceverà al termine della sua vita lavorativa.
Se la pensione è inferiore alla pensione minima, può essere integrata con il supplemento di pensione minima.
A partire dal 2027 cambieranno nuovamente i coefficienti per il calcolo della pensione.
Anche se continuerà ad essere possibile accedere alla pensione contributiva con 15 anni di contributi, che daranno diritto al 50% della base normativa, cambieranno gli aumenti per gli anni di contributi aggiuntivi.
Per ogni mese di contribuzione aggiuntiva, dal mese 1 al mese 248, verrà aggiunto alla base normativa lo 0,19%.
Dal mese 249 al mese 264, cioè per i 16 mesi successivi, verrà aggiunto lo 0,18% per ogni mese.
Con questo nuovo sistema, per raggiungere il 100% della base regolamentare, sarà necessario aver contribuito per un totale di 37 anni.
Queste sarebbero le pensioni di anzianità che corrisponderebbero in base alla base normativa e agli anni di contribuzione.
Franco Leonardi