La produzione locale dell’isola custodisce prodotti unici che promuovono un consumo sostenibile e la conservazione della sua identità culturale.
In un mondo in cui la globalizzazione tende a omogeneizzare prodotti e sapori, La Gomera è diventata un bastione del locale, dove il settore primario è profondamente radicato nell’identità culturale ed economica dell’isola.
I prodotti a “chilometro zero”, quelli coltivati, prodotti e consumati in un raggio ristretto, sono il riflesso di uno stile di vita sostenibile e di un impegno per l’unicità e l’autenticità.
A La Gomera, questa filosofia è più di una moda: è una necessità che guarda al futuro.
Il concetto di “chilometro zero” va ben oltre una semplice etichetta.
È un vero e proprio impegno per la sostenibilità, per la riduzione dell’impronta di carbonio e, soprattutto, per la difesa dei piccoli produttori locali.
Consumando prodotti a chilometro zero, e in particolare su un’isola come La Gomera, non solo si sostengono le famiglie che lavorano la terra, allevano il bestiame o pescano sulle coste vicine, ma si protegge anche il paesaggio e si garantisce la continuità delle pratiche agricole e zootecniche tradizionali in vigore da secoli.
L’impatto ambientale di questo approccio è enorme.
Riducendo le lunghe distanze percorse dagli alimenti importati, si riduce l’uso di combustibili fossili e quindi le emissioni di gas serra.
Inoltre, il consumo locale promuove un’agricoltura e un allevamento a basso impatto che rispettano i cicli naturali e le caratteristiche del suolo.
In questo senso, La Gomera diventa un esempio di sostenibilità e rispetto per l’ambiente, dove il rapporto tra uomo e natura rimane simbiotico.
Gli agricoltori e gli allevatori non si limitano a estrarre le risorse, ma curano e preservano la terra per le generazioni future, consapevoli che da essa dipende il loro sostentamento e quello dell’isola.
Uno dei maggiori vanti di La Gomera è il “miel de palma” (miele di palma), un prodotto unico estratto dai palmeti che ricoprono gran parte dell’isola.
Questo delizioso nettare, ottenuto dal “guarapo” o linfa della palma canaria, è un esempio rappresentativo di come gli abitanti di Gomera abbiano saputo sfruttare al meglio le risorse naturali in modo sostenibile.
Il miele di palma non è solo squisito, ma fa anche parte dell’identità gastronomica dell’isola, essendo utilizzato nei piatti locali e come dolcificante naturale.
Oltre al miele di palma, l’“almogrote”, la gustosa pasta a base di formaggio di capra stagionato grattugiato, olio, aglio e pepe, è un altro emblema del patrimonio culinario della Gomera.
Questo prodotto non solo ha un sapore inconfondibile, ma incarna anche l’essenza della produzione locale, in quanto il formaggio di capra, uno dei suoi ingredienti principali, è prodotto con la cura e la conoscenza tramandata di generazione in generazione dagli allevatori.
Non possiamo dimenticare il vino bianco, ottenuto dall’uva “forastera” di La Gomera.
Questo vino autoctono, coltivato in piccole cantine sparse per l’isola, ha un carattere fresco e fruttato che riflette le caratteristiche del suolo vulcanico e del clima dell’isola.
È un vino che, come gli altri prodotti gemelli, si è guadagnato un posto di rilievo nella produzione dell’isola.
Sono tutti ambasciatori di un’isola che ha resistito alla tentazione di seguire il ritmo frenetico dell’industrializzazione e ha optato per una produzione più vicina, più umana e sicuramente più sostenibile.
La sostenibilità non è solo una parola d’ordine, ma una necessità impellente che ha segnato la traiettoria del settore primario dell’isola colombiana.
Adattare le aziende agricole e zootecniche all’ambiente naturale non è solo la chiave per mantenere la produttività, ma anche per garantire la disponibilità di risorse a lungo termine.
Inoltre, l’approccio locale è la strategia più intelligente per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della globalizzazione.
Allo stesso tempo, si stanno affermando le iniziative volte a promuovere il “turismo agroalimentare”.
I visitatori, sempre più interessati a esperienze autentiche e sostenibili, vogliono vedere in prima persona come vengono coltivati i prodotti locali e come vengono prodotte le specialità dell’isola.
Questa simbiosi tra turismo e settore primario non solo genera nuove opportunità economiche, ma costituisce anche un valido strumento educativo sull’importanza di un consumo consapevole e responsabile.
Michele Zanin