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    Guachinche proyect: Guachinche Ramón

    Nell’entroterra della Valle de La Orotava, si trova il Guachinche Ramon, un locale circondato da vigne in cui si può sperimentare la cultura e la gastronomia di un guachinche tradizionale.

    Ma cos’è un guachinche?

    I guachinche sono dei tipici “locali” di Tenerife, la cui nascita risale al post-colonizzazione dell’isola. 

    Nascono come posti, normalmente erano garage, di “vendita di vino sfuso”, in cui il viticoltore vendeva il suo vino e poteva accompagnarlo da piatti tipici del periodo. 

    Questo era quindi uno dei vari commerci in cui era ed è implicato il vino canario. 

    Non sono presenti documenti ufficiali sull’origine del nome, ma una delle voci che potreste sentire, è la sua derivazione dall’inglese “I’m watching you”, come a chiedere “cos’hai da vendere?”, la frase subì presumibilmente delle storpiature come “watching ye” e infine in “guachinche”.

    Dietro il Guachinche Ramón, c’è la passione e l’esperienza di Jessica Martin Escobar, terza generazione della famiglia, che con energia e dedizione decide di farsene carico e modernizzarlo, mantenendo comunque la parte tradizionale. 

    Come lei racconta, il percorso non è stato facile, tra lei e la sua gestione c’è stata: la “quasi” vendita del locale, la volontà di estirpare le viti per far posto ad un posteggio e una vendemmia particolarmente cattiva. 


    Fu proprio quest’ultima l’occasione che le permise di gestire la situazione e grazie all’enologo, nonché attuale compagno, Tomas Mesa, inizia per la prima volta a imbottigliare ed etichettare il suo proprio vino. 

    Nasce così una passione che intreccia la vite con i sentimenti, come riportato nell’etichetta del Ruku Ruku.

    Il protagonista di questi locali è dunque il vino, nel Guachinche Ramòn si può attualmente trovare il Ruku Ruku sia rosso che bianco. 

    Il rosso è il primo vino imbottigliato, le varietà sono le stesse presenti in vigna e da sempre utilizzate, ovvero la varietà Listàn Blanco rappresentante circa il 5% e la varietà Listàn Negro che occupa la restante parte. 

    L’idea di questo vino è mantenere le caratteristiche delle varietà, della zona e del cordon trenzado di Valle de La Orotava, addolcendo certi aspetti come il carattere di ridotto del Listàn, che spesso non trova successo nel pubblico. 

    Si presenta così con un colore rosso rubino, in cui si possono distinguere i tipici aromi del Listàn negro come la foglia di fico, il pepe nero, la ciliegia. 

    In bocca risulta fresco ed equilibrato. 

    Il basso grado alcolico ed i precedenti descrittori fanno sì che il vino risulti il compagno perfetto in tranquille giornate estive.

    Il vino bianco nasce a 1.400 m.s.l.m. nella zona di Vilaflor (Tenerife sur), in una vigna situata a Los Cortados. 

    La zona è conosciuta per le particolari qualità dell’uva, date dall’altitudine e l’escursione termica fra il giorno e la notte. 

    Qui la coppia è riuscita a comprare delle uve di Listàn Blanco e, pagando remunerativamente il viticoltore, sono riusciti ad ottenere che il figlio partecipi al lavoro di campo, evitando così l’abbandono della vigna. 

    Il risultato è un vino bianco con aromi citrici che possono ricordare il pompelmo, frutta esotica come il maracujà e tocchi balsamici; in bocca è fresco e con una leggera rotondità data dall’affinamento di cinque mesi in barrique.

    Jessica ha apportato innovazioni non solo nell’ambito enologico, ha deciso di condividere la vita del campo e del guachinche sui social! 

    Mostrando così le giornate da viticoltore e l’incantevole equipe che c’è dietro il locale. 

    Sulla rete sono diventati famosi i souvenir con riferimenti a piatti locali e vino. 

    Non manca a livello gastronomico la collaborazione con la bomboneria “La Corona” di Lanzarote, creando dei bombon con dentro il suo vino Ruku Ruku!.

    La parte più importante è la divulgazione della cultura enogastronomica tinerfeña, da quest’anno Jessica e la sua equipe sono entrati nel progetto dell’IPNA “Guachinche proyect”, studio che vuole sensibilizzare il pubblico su questi particolari locali unici al mondo, in collaborazione con Slow Food Italia!

    Stimo molto l’energia e la dedizione di Jessica nel suo lavoro, per cui quando le ho chiesto come avesse fatto in così poco tempo ad ottenere questi risultati, lei mi ha risposto “mi hanno messo così tante barriere quando ero piccola che ora ho voglia di saltarle tutte”.

    Lucia Montalbano

     

     

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