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    La “Dieta Mediterranea” ospite speciale del Vice Consolato d’Italia alle Canarie

    In collaborazione con l’associazione Alabente, nel quadro delle attività celebrative della IX Edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, quest’anno dedicata alla Dieta Mediterranea, ed in occasione della Giornata Internazionale della Lotta ai Disturbi Alimentari, il Vice Consolato d’Italia alle Canarie ha organizzato un focus sui benefici di una sana alimentazione con la dott.ssa Marianna Rizzo, biologa nutrizionista, divulgatrice scientifica sui temi della dieta mediterranea e sugli studi sulla longevità.

    Sul tavolo delle riunioni di un ufficio del Vice Consolato d’Italia alle Canarie, questa volta non ci sono tablet, penne, blocco notes ma caciocavallo, salumi, cipolle, olio evo, taralli, friselle…La vista e le papille gustative sono inebriate ma, con molta fatica, rimaniamo concentrati, e intervistiamo il dott. Christian Fiore, Vice Console d’Italia alle Canarie e la dott.ssa Marianna Rizzo, biologa e nutrizionista.

    Dott. Fiore, di cosa vogliamo parlare e quale è l’evento per cui siamo qui oggi?

    Vice Console Fiore: “Oggi celebriamo la nuova edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo, una delle rassegne principali del Ministero degli Affari Esteri della Cooperazione Internazionale, che quest’anno verrà dedicata alla dieta mediterranea, tradizione e innovazione. Il ruolo importante che ha la dieta mediterranea nella nostra cucina è correlato con la longevità, la qualità della vita degli ultracentenari. Questi bellissimi prodotti, gentilmente offerti dal Parco Nazionale del Cilento, rappresentano l’area del Cilento, oggetto di diversi studi, dei quali la dottoressa Rizzo ci spiegherà. La dieta mediterranea e l’importanza del cibo sono considerati non solo come corretta alimentazione ma anche come stile di vita e si correlano direttamente con la longevità, con la presenza di ultracentenari in questa zona”.

    Dottoressa Rizzo, abbiamo nominato il Cilento, quest’area geografica particolare dell’Italia e di cui tutti quanti abbiamo sempre sentito parlare per la longevità dei suoi abitanti. Lei cosa ci può dire a proposito di questo aspetto particolare? 

    “Devo dire che il Cilento, come tante altre zone del mondo, le cosiddette zone blu, ha una percentuale molto alta di centenari e di persone anche non ancora centenari, quindi da 90 anni in su e si pensa, anche i miei studi lo confermano, che questo aumento dell’aspettativa di vita sia proprio dovuto all’alimentazione che segue i dettami della dieta mediterranea. Sulle orme dei primi studi condotti in questa area geografica, ricordiamo che nel 1962 il medico americano Ancel Keys si trasferì nel Cilento per studiare e verificare di persona gli effetti benefici di questo regime alimentare. Keys, per primo, ha ipotizzato che ci fosse una correlazione tra il modo di alimentarsi e il fatto che ci fosse un’incidenza minore di malattie cardiovascolari e livelli di colesterolo più bassi rispetto al resto del mondo, ed ha notato che non solo si viveva bene, ma si viveva anche a lungo. Keys e sua moglie trasferendosi nel Cilento hanno dimostrato che è possibile aumentare l’aspettativa di vita di circa vent’anni. In effetti ci è riuscito perché è morto quasi a 101 anni, sia lui che la moglie”. 

    Non potendo trasferirci tutti nel Cilento, vorrei sapere quali sono gli alimenti che possono veramente aiutare e che contribuiscono a una qualità della vita e anche alla longevità.


    “Per esempio l’olio evo. Sì, l’olio extravergine di oliva è un vero e proprio alimento farmaco, ricco non soltanto di acido grassi monoinsaturi, ma anche di tanti polifenoli, quindi di oleuropeina e idrossitirosolo, di oleocantale che ci dà il caratteristico sentore di piccante e il colore verde, quindi maggiore è la ricchezza in polifenoli dell’olio extravergine di oliva, maggiori saranno gli effetti dal punto di vista della salute, anche perché queste sono delle vere e proprie sostanze, come ho detto, nutraceutiche, che vanno ad agire anche su delle particolari proteine dei geni responsabili della longevità. L’olio extravergine di oliva, ma anche il vino rosso, sono prodotti che in maniera sinergica ci danno un beneficio non soltanto per la salute, ma anche per la longevità. Gli studi svolti in passati e quelli che sto conducendo attualmente anch’io, vogliono indagare sulle dinamiche che permettono di raggiungere un aumento dell’aspettativa di vita in buona salute: non è utile arrivare a 120 anni e non stare bene e la salute deve essere raggiunta in tutte le fasce dell’età.

    Però quando si parla anche di ringiovanimento, quali sono gli aspetti che viaggiano insieme alla longevità e quali possono essere le differenze? 

    Rizzo: “Oggi si parla oltre che di longevità anche di ringiovanimento. Tutti andiamo alla ricerca dell’elisir di lunga vita, come non invecchiare, le nuove mode ci portano a non invecchiare, a non avere rughe, a vivere non soltanto bene, ma soprattutto, ad avere un aspetto sano. Vanno in parallelo le due ricerche, però per quanto riguarda il ringiovanimento vanno fatti altri studi, anche perché è un settore di ricerca che si rivolge ad un determinato target di individui”. 

    E quando parliamo di dieta epigenetica, a cosa ci riferiamo? 

    Rizzo: “La dieta epigenetica è una dieta che va ad agire sui geni, ma non si cambia il DNA, non si cambiano i geni, però possiamo cambiare l’espressione di questi geni attraverso il tipo di alimentazione che noi facciamo, quindi la dieta mediterranea è una classica dieta epigenetica: ogni alimento, come l’olio extravergine d’oliva, il vino, anche le cipolle che vediamo qui davanti, vanno ad agire sui geni, non cambiando il gene, ma cambiando l’espressione del gene, quindi il fenotipo. Stiamo facendo proprio questi studi per vedere cosa succede se, mangiando questi prodotti, riusciamo a cambiare l’espressione dei nostri geni. E questi studi li stiamo portando avanti proprio sui centenari: i cibi, il modo di mangiare, lo stile di vita, l’ambiente in cui si vive, il microclima particolare, la biodiversità ha comunque un forte impatto sulla longevità e sullo stato di salute in generale”.

    Ecco, allora, dal momento che la salute comincia a tavola, ma passa anche attraverso l’educazione nelle scuole per i giovani, immagino che l’educazione all’alimentazione sia fondamentale

    Rizzo: “Sì, l’educazione nelle scuole, l’educazione al mangiare bene, al vivere bene, va fatta già dai primi anni dell’infanzia, quindi ben vengano delle occasioni come queste di promozione a livello locale, non soltanto qui a Tenerife, ma anche in Italia, nelle scuole. L’educazione alla corretta alimentazione va fatta soprattutto nelle famiglie e quindi nelle scuole, i ragazzi insieme ai genitori, in modo tale che si possa intervenire su abitudini sbagliate, cambiare e andare ad interagire su quelli che sono fattori di rischio. Nella società dai ritmi frenetici in cui viviamo, a volte proprio in famiglia si mangia in maniera errata, per mancanza di tempo, come ad esempio il fatto di non fare colazione sana e adeguata la mattina”. 

    Dottoressa, ho sentito parlare di un caso studio con l’acronimo CIAO. Vorrei ci parlasse di questo studio. 

    Rizzo: “E’ uno studio sulla longevità nel Cilento, (Cilento on Aging Outcomes Study), iniziato nel 2015 e tutt’ora stiamo studiando i nonni del Cilento.

    Allo studio partecipano diverse università, come La Sapienza di Roma, l’Università San Diego in California, la Lund di Malmoe e si svolge a domicilio: andiamo direttamente nelle case dei centenari, vengono effettuati elettrocardiogrammi, prelievi di sangue. 

    Io come nutrizionista mi occupo di studiare gli effetti della dieta mediterranea sui soggetti longevi. Raccolgo informazioni su quali prodotti hanno mangiato, quali prodotti hanno potuto influire sull’aumento dell’aspettativa di vita. Poi anche dal punto di vista psicologico, anche perché la psiche del centenario del Cilento è particolare: sono persone ottimiste, allegre, attive fino a tarda età. Sono parte integrante della famiglia e questo aspetto è fondamentale per la psiche.

    Sono stati trovati punti di contatto o solo di divergenza tra gli anziani di paesi molto diversi tra di loro come la Svezia, gli Stati Uniti e il Cilento? 

    Rizzo: “Punti di contatto pochi, ecco perché vengono a studiare da noi. In uno studio abbiamo visto come i fattori di rischio siano quasi uguali tra la popolazione della Svezia e quella del Cilento, però da noi abbiamo maggiori fattori di protezione”.

    A conclusione di questo importante incontro ringraziamo la dott.ssa Marianna Rizzo per gli approfondimenti, il dottor Fiore per l’accoglienza presso il Vice Consolato d’Italia alle Canarie e il signor Romano Gregorio, direttore del Parco Nazionale del Cilento, che ha inviato questi magnifici prodotti agroalimentari e che rappresentano la Dieta Mediterranea. 

    Antonella Pino d’Astore

     

     

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