Quando si parla di successioni, si pensa principalmente agli aspetti legati alla volontà del de cuius, al suo testamento o, in mancanza, alle quote di legittima previste dalla Legge, ai diritti degli eredi nonché alle eventuali rinunce a favore o meno di altri familiari.
Per di più, in Europa hanno assunto particolare importanza le competenze territoriali e le residenze fiscali, per cui, per quanto riguarda i rapporti in tema di successioni fra i vari Paesi Europei, si deve fare riferimento al regolamento europeo del 2012.
Un profilo senza dubbio meno noto riguarda gli aspetti fiscali della successione con le conseguenti imposte da pagare. In questo articolo si tratterà questo argomento, limitatamente a tali obblighi in Spagna. È necessario premettere che, fra l’Italia e la Spagna, esistono impostazioni culturali differenti che condizionano le rispettive normative fiscali. Prima di tutto, in Spagna esiste l’imposta patrimoniale, un’imposta che colpisce il possesso di beni e che individua come contribuente unico la persona fisica, limitando le agevolazioni fra familiari, cosa invece più diffusa in Italia. Come secondo aspetto, la Spagna è uno Stato formato da diciassette Regioni Autonome, ognuna della quali con potere legislativo su servizi pubblici e su imposte di propria competenza.
In Spagna, con la Legge n. 29/1987 si istituiva l’imposta sulle successioni e donazioni, riconoscendo, per avere diritto a succedere, fino a quattro gradi di parentela, invece dei sei previsti dalla legislazione italiana, e concedendo ai primi tre degli sgravi fiscali. Prevedendo, inoltre, degli indici di correzione da applicare sull’imposta da pagare, in rapporto al patrimonio posseduto dall’erede all’apertura della successione. Nel 2009, è stata demandata alle Regioni il potere di gestire e legiferare su tale imposta.
Dato che ognuna delle Regioni, autonomamente, ha approvato esenzioni e riduzioni forfettarie delle imposte da pagare, si verifica che l’imposizione fiscale sia molto diversa a seconda della Regione in cui viveva la persona deceduta, i suoi eredi o si trovano i beni, a seconda dei casi. Se, invece, la persona deceduta viveva fuori da Spagna, le imposte si pagheranno allo Stato, tenuto conto che, se i beni si trovano tutti nella stessa Regione, si potranno applicare le agevolazioni approvate da quest’ultima.
Questi meccanismi favoriscono involontariamente gli stranieri. Ad esempio, un cittadino italiano si troverà ad ereditare quasi sicuramente in una di queste due situazioni: da un residente da più di cinque anni nelle Canarie oppure solo beni situati nelle Canarie. In un caso o nell’altro, potrà approfittare del fatto che le Canarie sono passate, in pochi anni, da essere la Regione con la più alta imposizione fiscale sulle successioni, a quella con la più bassa. Pertanto, le imposte che pagherà variano in base al grado di parentela e sono approssimativamente le seguenti:
- Iº grado – i figli minori con meno di ventun anni, sono esentati dall’imposta fino a circa 100.000,00 € di eredità e pagheranno circa 250,00 € per ereditare un milione di euro
- IIº grado – il proprio coniuge, i figli e i genitori, pagherebbero meno di 10,00 € a testa per ereditare ognuno 100.000,00 € e non più di 250,00 € per ereditare ognuno un milione di euro.
- IIIº grado – I fratelli, i nipoti, gli zii, i coniugi dei figli e i genitori del coniuge, pagherebbero circa il doppio, cioè intorno a 20,00 € per ereditare ognuno 100.000,00 € e poco meno di 500,00 € nel caso di ricevere 1.000.000,00 €.
- IVº grado – Chiunque non sia compreso nei primi tre gradi, dovrà versare al fisco spagnolo 30.000,00 € su un’eredità di 100.000,00 €, quasi 200.000,00 € di imposte per ereditare 400.000,00 € e 536.000,00 € per ricevere un milione di euro.
Per concludere, le imposte da pagare si calcolano sui valori dichiarati dei beni ereditati, valori da stabilire tenendo conto delle conseguenze fiscali future e che esistono valori minimi di riferimento stimati dal Catasto.
Giovanni Comoli