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    Battaglie che non si possono vincere: la dieta e il Natale

    Alla vigilia del momento in cui tutti buttano dalla finestra i consigli del Dottore a tavola, mi porto avanti col lavoro e vi parlo di un tema per il quale i miei pazienti hanno un ritorno di fiamma più o meno verso il 15 Gennaio: la salute del corpo rapportata alle avventure delle cerniere dei pantaloni che risalgono la china come i salmoni nelle cascate canadesi.

    Nel taccuino della memoria ho annotato negli anni tutto ciò che una persona può dire per non dire, mangio troppo e male e non ho la costanza di fare regolarmente sport:

    E’ genetica, mio zio era uguale, ho il metabolismo lento, è la menopausa, ho le ossa grosse, respiro e ingrasso, tutta colpa delle intolleranze…

    La verità è che ognuna di queste concause è degnissima di essere considerata ma di questo si tratta sempre, di concause.

    Ora, almeno per quei chiletti in più con cui si faranno i conti di qui a tre settimane, si possono fare ragionamenti semplici e tuttavia a largo spettro.

    Superata l’ovvietà che una sogliola con lattuga e 5 chilometri di corsa possono fare miracoli, dobbiamo anche ammettere che la genetica, il metabolismo, l’età, gli ormoni, sono giocatori importanti della squadra che determina l’accumulo di grasso in un organismo.

    Quando parliamo di IMC o indice di massa corporeo corretto, parliamo di valori che stiano al di sotto di un valore di 24/ 24,5.

    E’ importante sapere quanto grasso e quanti muscoli abbiamo, ma quando sentiamo dire che se sostituiamo muscoli a grasso nel nostro corpo poi dimagriremo automaticamente, siamo davanti a uno dei falsi miti comunemente presi per buoni.


    Se perdiamo 5 chili di grasso e li sostituiamo con altrettanti chili di muscoli il metabolismo basale aumenta di circa 45 kcal al giorno, che è una inezia.

    Il miglioramento della forma fisica inoltre, fa sì che l’organismo sia più efficiente e il metabolismo rallenti progressivamente, gli ormoni responsabili del senso di fame aumentino e diminuiscano quelli della sazietà, favorendo il recupero del peso.

    Ecco un altro falso mito: la dieta spartana e poi tornare alla normalità una volta tirati fuori dall’armadio i pantaloni che non chiudevano più, non è una buona soluzione.

    Il ragionamento che dobbiamo fare è quello di chi vuole riprogrammare il proprio organismo a lungo termine, ossia, dobbiamo trovare il giusto equilibrio, differente per ognuno di noi, fra percentuale di grasso bruciato, percentuale di massa muscolare, qualità e quantità di alimenti, perché l’unica dieta che ha un senso è quella che determina uno stile di vita che non si abbandona quando si fa pace con la bilancia.

    E’ importante vedere un corretto comportamento alimentare come un regime di vita attiva che non è fatto solo di maratone sul tapis roulant ma di giuste abitudini quotidiane.

    Intendo che fare le scale, andare in banca a piedi, andare a passo svelto, fare mezz’ora di yoga in salotto guardando un film, per strano che possa sembrare, ridere e fare ogni giorno qualcosa che ci appaghi, sostituendolo al cucchiaio di nutella per protestare, è parte di un piano di salute e benessere generale che comporta, per esito secondario, una buona forma fisica.

    Detto questo, non ci sono speranze che si rinunci al panettone, al brindisi, al frittino e al salume, nei limiti del possibile barate sui condimenti sostituendo qualche grasso animale col suo corrispondente vegetale, scegliete delizie più proteiche che carboidrati, riducete di un solo bicchiere di vino ogni pasto e bevete tisane digestive per aiutare l’organismo nella sfida inevitabile che lo attende.

    Finito il tour de force, il mio consiglio è duplice quanto semplice: non raccontatevi nulla cui non credereste se ve lo raccontasse un altro e non fatevi del male con digiuni disorganizzati o improvvise maratone, il giorno che decidete di voler migliorare la vostra forma fisica, immaginate uno stile di vita sano a tavola e fuori, che siete disposti a trasformare esattamente in questo, uno stile di vita

    Il cambiamento radicale delle abitudini alimentari deve essere rigorosamente affidato a una persona che sia in grado di mettere a sistema cause e concause, abitudini alimentari, problemi metabolici e ormonali, predisposizione genetica attraverso lo studio di parametri ottenuti in modo rigorosamente scientifico.

    Per spiegarci: la dieta del giornale illustrato: NO.

    Ma soprattutto avere chiarissimo che non ci sono alibi: ciò che va bene per l’organismo per una settimana, va bene a maggior ragione sempre… e viceversa.

    Dott. Alessandro Longobardi

     

     

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