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    Il sud di Tenerife chiede più ombra nelle scuole, nelle piazze e nei parchi giochi

    I residenti e i gruppi sociali chiedono “più alberi e meno cemento” di fronte alle temperature sempre elevate e alle radiazioni solari pericolose per la salute.

    Sempre più gruppi sociali nel Sud chiedono zone d’ombra nelle scuole, nelle piazze, nei parchi giochi e sui marciapiedi per proteggersi dalle alte temperature, soprattutto in estate, ma anche dalle radiazioni solari e dai loro effetti nocivi sulla salute, poiché, come avvertono i dermatologi, la sovraesposizione ai raggi ultravioletti può causare gravi problemi di salute, tra cui il cancro della pelle.

    Sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti passi avanti per aumentare la presenza di aree verdi – gli esempi più evidenti sono il Parco Centrale di Adeje, i due parchi di El Mojón, la Foresta Commestibile di Vilaflor o lo spazio sostenibile di Piedra Hincada, a Guía de Isora – la regione meridionale di Tenerife presenta ancora un notevole deficit di luoghi in cui residenti e turisti possano ripararsi dal caldo. (tutte zone bellissime ma al di fuori delle zone di movida turistica e residenziale)

    La preoccupazione è sempre più evidente tra i genitori e gli insegnanti, che chiedono l’installazione di strutture ombreggianti nei parchi giochi scolastici per garantire un ambiente sicuro e salutare durante la ricreazione e le attività all’aperto.

    Il ministro regionale dell’Educazione, Poli Suárez, ha sottolineato in Parlamento alla fine di ottobre che all’inizio di quest’anno accademico è stato presentato un piano per adattare i centri educativi alle alte temperature, che prevede la creazione di zone d’ombra, anche se ha avvertito che dipenderà dai fondi del governo regionale e “da quelli che potrebbero arrivare” dal governo centrale, “cosa che non accadrà quest’anno”, ha detto.

    Suárez ha indicato in circa una dozzina il numero di scuole e istituti delle isole in cui quest’anno sono stati realizzati interventi per migliorare il comfort climatico. 

    Durante l’audizione, il deputato del CC Francisco Linares ha fornito un dato significativo, sottolineando che, delle circa 800 scuole dell’arcipelago, solo il 20% ha ombra nelle zone esterne. 

    Architetti come Carlo Garrone Merlo chiedono una maggiore sensibilità da parte delle amministrazioni comunali del sud dell’isola nel sostenere una pianificazione urbana in cui la salute e il benessere dei cittadini abbiano la precedenza sul clima, con più alberi, tettoie e pergolati in parchi, piazze, passeggiate e scuole. 


    L’autore del parco di Las Rosas, ad Arona, difende “l’investimento in salute” invece di optare per spazi aperti senza aree verdi, che riducono i costi di manutenzione.

    Oggi tutti i parchi giochi (o quasi) hanno alberelli piantati di recente alti 1 metro si è no, non fanno ombra e spesso muoiono di sete prima di diventare alberi grandi.

    Anche le associazioni di quartiere e i gruppi ambientalisti si sono uniti al movimento sociale che chiede “più alberi e meno cemento” nel sud. 

    Sottolineano che la vegetazione contribuisce a rinfrescare l’aria e a migliorare la qualità della vita dei cittadini in un’area particolarmente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico. 

    Essi sottolineano che i boschetti di alberi nelle aree urbane riducono l’effetto noto come “isola di calore”, causato dall’accumulo termico su cemento e asfalto e dal suo rilascio durante la notte.

    Qui spesso vengono tagliati intere file di alberi perché definiti “malati” o “vecchi”, anziché curarli e innaffiarli regolarmente, non c’è molta cultura del giardinaggio!

    Sulla stessa linea è Victoria Ballesteros, la giovane adejera che è apparsa in diverse occasioni ai forum delle Nazioni Unite dedicati alla scienza, alle donne e all’acqua, che sostiene che gli spazi verdi svolgono un ruolo “vitale” nel migliorare la qualità dell’aria, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, contribuendo così a mitigare l’inquinamento atmosferico. 

    L’esperto sottolinea anche i vantaggi economici, in quanto si riduce la richiesta di energia per il raffreddamento artificiale.

    Oltre alle conseguenze sulla pelle delle radiazioni solari, gli esperti mettono in guardia anche sugli effetti delle alte temperature sull’organismo, con ondate di calore frequenti che aumentano la mortalità dei pazienti con malattie cardiovascolari e respiratorie, soprattutto tra gli anziani e le persone con patologie croniche.

    Marco Bortolan

     

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