
Le Isole Canarie contano attualmente 38 specie animali in pericolo di estinzione, oltre a 36 che si trovano in una situazione “vulnerabile”, cifre che indicano che ci troviamo in un momento “critico” ma anche “decisivo” quando si tratta di affrontare la loro conservazione con le misure adeguate, secondo Luis Herrera, professore del Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Navarra e ricercatore.
In un’intervista, Herrera passa in rassegna le “chiavi” del suo nuovo libro, “Fauna de Canarias en peligro de extinción”, che offre un’analisi dettagliata e un “aggiornamento” della biodiversità delle isole e delle specie faunistiche a rischio che popolano l’arcipelago, oltre a quelle che sono già andate perdute, una cifra che sale a dodici.
Il libro introduce inoltre il lettore al contesto geologico, bioclimatico ed ecologico dell’arcipelago canario, offrendo una classificazione delle specie in base al loro livello di minaccia.
Il ricercatore cita infatti alcune di queste specie a rischio, come il capovaccaio delle Canarie, la cui presenza, a suo dire, è registrata solo con pochi esemplari sulle isole di Fuerteventura e Lanzarote.
Secondo Herrera, il capovaccaio è scomparso nell’arcipelago a causa della diminuzione del pascolo.
Questa attività forniva anche animali morti e ridotti a carogne di cui si nutre questo uccello, l’unico “spazzino” delle Canarie: “se il pascolo diminuisce, non ci sono carogne per loro e scompaiono, perché non c’è cibo disponibile”.
L’esperto prosegue la sua analisi con un ritratto generale dell’ambiente marino, in cui evidenzia la situazione delle specie di cetacei che abitano le isole: se il numero totale di specie di questo tipo ammonta a 30 in tutto l’arcipelago, 9 di esse sono ancorate in una situazione di vulnerabilità.
Luis Herrera non dimentica l’importanza di affrontare la vulnerabilità delle specie con piani e progetti di recupero, e porta come esempio quello sviluppato a La Gomera intorno alla lucertola gigante, in pericolo di estinzione, attraverso il programma LIFE dell’UE, al quale hanno partecipato il Governo delle Isole Canarie, il Cabildo di La Gomera e il Comune di Valle Gran Rey.
Da qui, il professore dell’Università di Navarra introduce anche la “microevoluzione” sperimentata da alcune specie in stato critico o in pericolo di estinzione, come è accaduto per la specie citata, la lucertola gigante delle Canarie, la cui diversificazione sulle isole presenta analogie con quanto osservato dallo scienziato Darwin nei fringuelli delle Galapagos.
In una rassegna storica delle specie che non esistono più, il ricercatore Luis Herrera ricorda le tartarughe giganti che un tempo esistevano a Gran Canaria e Tenerife.
In questo modo, nel suo libro, approfondisce la loro estinzione, a proposito della quale spiega che è stata causata “da tempo immemorabile” dalle eruzioni vulcaniche sulle isole, e non da effetti antropici.
Non dimentica nemmeno un’altra specie scomparsa, il ratto gigante di Tenerife, che si ritiene sia scomparso a causa dei primi coloni delle isole, che mangiarono questo animale selvatico a causa della scarsità di risorse alimentari.
Nonostante la situazione della fauna delle isole sia “critica” e “decisiva”, Herrera ritiene che “siamo ancora in tempo” per adottare misure adeguate che “invertano la situazione di queste specie” in stato critico.
Egli riassume la difficoltà, in ogni caso, in termini di “volontà politica” in materia perché, avverte, “ci sono i soldi”.
Lo scienziato fa quindi riferimento agli investimenti che l’Europa ha messo a disposizione per queste problematiche, pur difendendo la condizione intrinseca di fornire risorse proprie alla regione e di stringere accordi con le università pubbliche delle Canarie per mettere a punto piani e progetti di conservazione e salvaguardia.
Franco Leonardi