Il termine che designa la dolce sostanza prodotta dalle api deriva dal latino mel, etimologia in comune con il termine greco melissa (ape) che a sua volta ritrova la sua origine indoeuropea in mal (morbido, piacevole).
La testimonianza più remota sinora pervenutaci riguardante l’utilizzo del miele è raffigurata in un graffito rupestre databile 15.000 a.c. scoperto in Spagna presso Valencia.
La tradizione di chiamare «luna di miele» il primo periodo di felicità coniugale deriva dai tempi dell’antica Roma quando si spargevano gocce di miele sulla soglia di casa degli sposi novelli e la sposa veniva portata in braccio attraverso la porta.
Il miele ha un grande potere nutritivo, è facilmente assimilato, affatica poco l’organismo, tende a cristallizzare se conservato a lungo.
È costituito da un 18-25% di acqua, e da un 71-80% di zuccheri semplici, proteine, lipidi, potassio e sostanze gommose.
Nel miele sono presenti i polifenoli con azione antiossidante e antibatterica.
Tra i più noti quello di arancio, acacia, timo, zagara, castagno
Il miele di manuka prende il nome dalla pianta L. scoparium (mānuka) presente in Nuova Zelanda: è usato fin dall’antichità nel trattamento di molte condizioni patologiche e disturbi.
Il miele di manuka esercita un’azione antibatterica e stimola la produzione di cellule speciali deputate alla riparazione dei tessuti infetti.
Il miele di manuka contiene vari fattori antimicrobici.
Tra questi il perossido di idrogeno, l’elemento antibiotico per eccellenza, ed il metilgliossale, presente in piccole quantità nei mieli comuni ed invece abbondantissimo in quello di manuka.
Il miele è il terzo alimento più contraffatto al mondo: dal 50% al 70% di tutto il miele statunitense è falso o adulterato.
True Source Honey è un gruppo di certificazione del miele creato dalle aziende.
Secondo una denuncia collettiva, «True Source Honey è utilizzato da queste aziende per controllare fraudolentemente il mercato, vendere miele finto a prezzi inferiori rispetto a quelli degli apicoltori onesti e dirottare a loro stessi le vendite, entrate e profitti».
Le strategie per adulterare il miele includono la sua diluizione con zuccheri o sciroppi o la somministrazione di sciroppo di mais alle api invece di consentire loro di cercare il polline.
Anche il miele economico e di bassa qualità può essere filtrato e poi spolverato con polline di alta qualità per oscurarne l’origine.
Il miele adulterato può avere un retrogusto persistente o un sapore troppo zuccherino ed è molto più appiccicoso e trasparente del vero miele.
Preso dal web