Il mistero di La Altura:
una base segreta a Santa Cruz de Tenerife
di Magda Altman
La Altura è un monte che, a dispetto del nome che porta, misura 230 m di altezza e si trova a Santa Cruz de Tenerife.
La sua storia è legata non tanto alle sue caratteristiche geologiche, quanto al tesoro nascosto nelle sue viscere.
Lì è racchiusa infatti una parte fondamentale dell’ambiziosa strategia militare ideata da Franco per difendere l’arcipelago canario durante la II Guerra Mondiale.
Preceduto da un ingresso mimetizzato, si aprono 3 enormi volte alte 9 metri e lunghe 170, collegate tra loro da ampie gallerie che a loro volta si congiungono con uno dei numerosi tubi vulcanici presenti nell’arcipelago.
La sorprendente struttura era stata costruita come base logistica per i sottomarini, che però mai vi giunsero.
Il mistero di La Altura è infatti una sorprendente base sottomarina mai utilizzata.
L’esercito spagnolo ne cominciò la costruzione negli anni ’40 scegliendo una zona dove era possibile usufruire della vicinanza del Molo Nord e della caserma dei marinai, che costituiva la Èstacion Naval de Tenerife.
La stazione avrebbe rappresentato un valido supporto per l’Armata della Marina Militare presente nella vicina Gran Canaria.
La base segreta sarebbe stata un vero e proprio sistema di difesa approntato per preservare l’arcipelago e per rifornire di carburante i sottomarini impiegati nella guerra.
Ma terminata la costruzione della base, la guerra era già finita e di sottomarini nemmeno l’ombra.
Ora la struttura, che conserva al suo interno tesori dall’inestimabile valore storico come documenti originali dell’epoca, una enorme cassaforte, una pompa ad aria per i militari subacquei e diversi serbatoi per il gasolio interrati, attende solo di poter aprire di nuovo le sue porte al pubblico.
L’idea di rendere questo luogo particolare un museo del mare, una sicura fonte attrattiva per turisti e abitanti, accarezza da tempo le autorità locali ma al momento la base militare, chiusa al pubblico, si configura come un ottimo rifugio in caso di bombardamento.
Con l’auspicio di non doversene mai servire.