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    L’alcool FA MALE!

    alcoolL’alcool FA MALE!

    di Danila Rocca

    C’è ancora buio. Dalla finestra aperta si vede il cielo che dorme. Lo sto tranquillamente facendo anch’io, fino a quando mi sveglio di soprassalto al rumore di un’auto che sgomma, portiere che sbattono, gente che per strada parla a voce alta, poi urla, per una voce che intuisco sia femminile, sembra quasi un lamento. Mi affaccio alla finestra, mantengo spenta la luce. Come me altre due persone nell’edificio davanti al mio.

    Rimaniamo in silenzio ad assistere a questa sceneggiata che mette quasi paura. Sono ragazzi che barcollano, e dicono frasi in lingua spagnola che io non riesco a capire, una ragazza, la più agguerrita e presumo ubriaca perché un amico la regge, disperata, pronuncia e ripete più volte un termine che è quello e lo è in ogni dove, gelido, drastico, si tratta di PUTO.

    Guarda verso le finestre in direzione delle mie, non so quali, non c’è nessuno che risponda al suo appello, tutti dormono o fingono di farlo, ci vorrebbe un gran sonno pesante. Lui soprattutto.

    Dal mio comodino la sveglia riflette le 6.08. Alla mia età, da ragazzi alle 6 forse ci si poteva svegliare, oggi si rientra dai vari locali, per andarsi a divertire si esce a 1/2 notte di casa. La festa inizia più tardi.

    E va bene, ogni epoca va dietro ai suoi tempi, però vi prego, ragazzi, non fatelo, non così, non esagerate, non drogatevi neanche di alcool, non bevete a sto modo.


    Godetevi questi anni che scappano come lepri, divertitevi senza poi stare male, ma perché, non c’è un senso, se è diventata una moda sfatatela.

    Leggo di ragazzi in coma per giochi che riguardano quantità di alcool bevute in eccesso. Per dimostrare cosa? Lo so, non avete grandi prospettive, il futuro molto spesso è un buco nero da cui credete di uscire facendovi scudo l’uno con l’altro, non crescendo, ad occhi chiusi per non vedere quel poco che è lì e che vi aspetta.

    Funziona che il domani è adesso che ve lo fate, e l’oggi può diventare il ricordo più bello. Non bevete che la vita è una sola. C’è gente che si ammala e che muore a vent’anni, e che ha pregato fino all’ultimo di poter restare ancora un pochino a guardare le stelle. Distinguetevi. Leggete libri. Guardatevi intorno.

    Sognate che spesso un sogno si avvera. Fate sport, spettegolate, datevi a mille pensieri che non vi facciano male. Scegliete per voi le amicizie più sane, siatelo voi per i ragazzi che incontrerete per strada. Non rischiate di gettare alle ortiche la stagione più bella della vostra esistenza, e magari anche tutta la vita.

    Ci saranno tempi in cui rimpiangerete di non aver pensato abbastanza. Di aver vissuto senza unire il cuore al cervello.

    Me ne torno a letto e non riesco mica più a prender sonno. La macchina che aveva interrotto il mio sonno è ripartita da poco con un grande fracasso, sono triste, angosciata. Chissà quelle povere anime, quei genitori che se le vedono tornare a casa malmesse.

    Ve lo ripeto, e poi basta. Mi manderete a quel paese, mi odierete perché ve lo grido. Lo faccio lo stesso.

    NON BEVETE. Un aperitivo, un bicchiere di vino. Ok. Dopo basta. Fatelo per voi stessi. Fatelo per chi vi vuol bene.

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