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    Evacuazione per 6 case a rischio a Punta Brava, Puerto de La Cruz

    schermata-2016-11-17-alle-14-54-24di Mery Coverano

    Evacuazione urgente per gli abitanti di 6 case che sorgono in Calle Pelinor nel barrio costiero di Punta Brava, a Puerto de La Cruz.

    Il provvedimento si è reso necessario dopo la constatazione del grave rischio di crollo della scogliera su cui sono state costruite le case.

    Il mare infatti ha scavato una grotta di circa 160 metri di ampiezza e 11 metri di profondità proprio sotto alle abitazioni, rendendo il terreno sul quale sorgono estremamente fragile e soggetto a crollo, benché alcuni dei residenti, shoccati dal dover abbandonare la propria dimora, avrebbero dichiarato che la grotta esiste da sempre.

    L’evacuazione non poteva essere evitata, ha precisato l’Ayuntamiento di Puerto de La Cruz, e gli studi commissionati dallo stesso Ayuntamiento a società specializzate in materia hanno evidenziato la reale possibilità che tutto possa crollare in breve tempo, un rischio ritenuto inaccettabile per le famiglie che vivono in Calle Pelinor.

    Le case sottoposte ad evacuazione sono state costruite in un’epoca in cui non vi erano molti mezzi e in ognuna di esse un muro è condiviso con la casa adiacente, un fatto che, in caso di minimo crollo, potrebbe creare il cosiddetto effetto domino, provocando quindi il crollo di tutte le case interessate.

    In particolare la relazione geotecnica commissionata dall’Ayuntamiento in data 18 luglio ultimo scorso, evidenzia che tutta la zona conosciuta come el Charconito rappresenta una seria e grave minaccia per la sicurezza dei residenti.


    L’area in questione comprende dalla croce della cappella, che sarà sottoposta a sigillo per evitarne l’accesso, fino ai numeri civici 29, 31, 32, 34, 36 e 38 di Calle Pelinor compresi.

    Sull’area sorgono sei proprietà, delle quali una disabitata, ma per le altre è stata disposta la disposizione di evacuazione con scadenza 18 novembre.

    Da quella data in poi gli abitanti dovranno trovare nuove sistemazioni, per le quali affronteranno solo le spese di acqua e luce, usufruendo del sostegno dell’Ayuntamiento.

    Un sostegno dovuto ma che non affievolisce la preoccupazione delle famiglie sfollate relativamente ai tempi necessari per rendere di nuovo agibile le abitazioni, tempi non ancora stimati dagli esperti che comunque affermano trattarsi di un insieme di opere colossali.

    La costante azione erosiva del mare infatti rende i lavori di messa in sicurezza particolarmente complessi e i video mostrati ad alcuni abitanti restii a lasciare le proprie case hanno convinto gli stessi ad allontanarsi il prima possibile dalla zona di el Charconito.

    Del resto, solo a maggio del 2015, tutti assistettero con orrore al crollo di un tratto di strada Tegueste lungo 20 metri e largo 1,5, per effetto dell’azione naturale del mare.

    E ora, prima di un’annunciata tragedia, l’evacuazione rimane la prima azione doverosa.

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