News sul cibo che si cucina da sé. E’ possibile?
di PAOLO GATTO
Hanno inventato “Mi cucino da me” ovvero il cibo, dalle verdure ai pesci alle carni, programmato per autocucinarsi secondo precise ricette dialogando con gli elettrodomestici.
Non ci credete? Andatevi a vedere il filmato della presentazione su FoodTube. Oppure recatevi con mamma e papà o da soli in uno dei nuovi ipermercati della catena Food & Foods. Passando in rassegna gli scaffali stracolmi di ogni ben di dio culinario sarete stupiti dalle centinaia e centinaia di confezioni di pomodori, lattughe, broccoli, broccoletti, broccoloni, cosciotti di pollo o d’agnello, lingue e linguacce di bue, luganeghe, salsicce, zamponi, cotechini, fagioli, fagiolini, fichi secchi, cipolle, cipolline, cipollotti, carpe, saraghi, anguille, triglie, orate, tonni, tonnetti, tonnucci, tonnarelli e insomma tutto il cibo possibile ed immaginabile che Dio ha creato e l’uomo ha imparato a cuocere, a cucinare, a mangiare, a gustare, a degustare, a commentare.
Se avete voglia e tempo, guardate lo spot pubblicitario dei prodotti “Mi cucino da me”. Una vecchina d’altri tempi si aggira spaesata in un immenso ipermarket multimediale tra interminabili freezer e vetrinette traboccanti di infinite cibarie. La poveretta chiede smarrita: “Come si cucina tutto questo cibo?” Una giovane commessa, in divisa per metà color uva bianca e per metà color caki, dolcemente la redarguisce: “Come, non sa che non esistono più le ricette? Da oggi i cibi si cucinano da sé. Guardi…”. E prende dal banco olio, cipolla, pomodori e sale ponendoli in una specie di pentola che lampeggia all’esterno con una miriade di lucette colorate come un albero di Natale. All’interno di questo singolare contenitore gli ingredienti depostivi cominciano ad agitarsi, saltellano, sbattono e rimbalzano contro le pareti, mimano eccitatissimi strani passi di danza, si amalgamano e si mescolano tra di loro. Sembra quasi di vedere un cartone animato. Ad un certo punto, tra fremiti di goduria, giravolte, mugolii, urletti e un canticchiare vago, saltando e girovoltandosi si tuffano uno ad uno nella pentola più vicina ancora spenta e quando sono tutti dentro a questa pentola perentoriamente chiedono in coro: “Cucina accenditi!”. Il fuoco obbedisce e si accende immediatamente. Allora gli ingredienti cantano varie canzoni che descrivono la ricetta, soffriggono, cuociono, riprendono a danzare. Alla fine urlano allegri: “Fuoco spegniti!” e la fiamma si spegne all’istante.
Gli inventori di questi nuovi alimenti affermano di essere intervenuti sul DNA dei prodotti nel quale hanno inscritto alcune ricette che vengono automaticamente eseguite riconoscendo gli altri ingredienti che gli stanno vicini. Ciò avviene secondo il criterio delle possibilità. Cioè, ad esempio, se un pomodoro ha vicino a sé dell’olio, del sale, una mozzarella e il basilico realizzerà una caprese. Se si trova vicino a dei bocconcini di carne, ad una cipolla, all’olio, al sale si appresterà ad eseguire le istruzioni per diventare un ragù.
Accade così sempre o quasi sempre tra gli ingredienti di ogni pietanza (se qualcosa non va, non vi dico che pasticci…). Per la verità i risultati a livello del gusto sono eccellenti. Analoghi alle antiche ricette magistralmente eseguite dalle nostre nonne o dagli chef più famosi che purtroppo stanno intanto scomparendo dai ristoranti così come la soddisfazione di chi, donna o uomo, prima cucinava con passione a casa…
I prodotti col marchio “Mi cucino da me” vanno letteralmente a ruba. Gli scaffali degli ipermarket si svuotano più volte al giorno a ritmi forsennati. Gli economisti non ci hanno capito niente di questa novità. I politici, figuriamoci. Il mercato però si è ripreso. I prodotti “Mi cucino da me” hanno fatto velocemente crescere i consumi, l’occupazione, il PIL nazionale cioè la ricchezza di tutti. Questo succede sempre quando ci sono nuove invenzioni. Così è il progresso. E grazie al cielo nella storia degli uomini c’è sempre spazio per il progresso. A questo punto, come sempre, pur godendoci questi giorni di boom gastronomico, c’è da chiedersi: quale sarà la prossima, nuova, sconvolgente, entusiasmante invenzione?