(di Ilaria Vitali)
Una tematica tristemente ricorrente, quella delle morti per annegamento nell’arcipelago delle Canarie e che presenta un bilancio preoccupante alla chiusura del 2016, con un totale di 67 decessi registrati tra gennaio e novembre, dei quali 51 avvenuti tra spiaggia e piscine.
Il 2016 si chiude quindi con un incremento delle vittime per annegamento del 31% rispetto all’anno precedente, a dispetto dell’impegno delle autorità canarie nella propaganda di sensibilizzazione diffusa tra abitanti e turisti per cercare di arginare quello che è diventato un fenomeno piuttosto ricorrente e che ha registrato una media di 6,1 decessi al mese.
Oltre ai drammatici dati relativi alla perdita di vite umane, vi sono altrettanto inquietanti numeri riferiti al totale degli incidenti acquatici che, per l’anno appena trascorso, sono stati 147, dei quali 43 riferiti a bagnanti che hanno subito gravi lesioni in seguito a semi annegamento, 28 relativi ai salvataggi effettuati e 9 per gli incidenti in acqua.
Il mese peggiore del 2016 è stato senza ombra di dubbio maggio, con 11 morti totali, seguito da gennaio con 9 morti e ottobre e novembre con 8 morti.
Degli annegamenti, il 19% ha coinvolto donne mentre l’81% ha riguardato uomini.
Nella lunga lista nera che riguarda il fenomeno, è Tenerife che si aggiudica il primato dei morti annegati, con 20 persone, seguita da Gran Canaria, 17 vittime, Fuerteventura e Lanzarote, 11, La Palma, 6 persone e infine La Gomera con 2.
Chi ha perso la propria vita nelle acque dell’arcipelago è per l’85% dei casi straniero, proveniente da un massimo di 12 nazionalità diverse: Mauritania, Germania, Finlandia, Regno Unito, Svezia, Svizzera, Austria, Francia, Italia, Cina, Repubblica Ceca e Irlanda, mentre il restante 15% di coloro che sono stati identificati è di nazionalità spagnola.
Il problema dell’identificazione non è minore rispetto a tutti gli altri aspetti del fenomeno, poiché in alcuni casi i corpi rimangono a lungo in acqua prima che le maree li restituiscano alla terra ferma.
I morti annegati del 2016 sono stati per il 39% adulti, il 22% over 60 e un 7% ha coinvolto minori; pare sia la spiaggia, il luogo dove si sono verificati il maggior numero di incidenti, con un 90% di vittime, della cui totalità per l’87% semplici bagnanti, un 6% pescatori, un 5% sub e 1% sportivi.
Lo studio presentato da Portada Comunicación per la Campana Audiovisiva per la Prevenzione degli Incidenti Acquatici promossa dal Cabildo di Gran Canaria, dall’Ayuntamiento di Las Palmas e dal Gobierno de Canarias, rivela infine che il numero di incidenti si è verificato per il 53% verso la sera, il 20% al mattino e solo un 2% durante la notte.