di MICHELE ZANIN
Il congresso dei Deputati ha approvato di recente la mozione presentata dai cittadini spagnoli che chiedono al governo di procedere con la transizione energetica promossa da Bruxelles che dovrebbe portare il paese ad un sistema ad energie rinnovabili, e quindi pulite, eliminando il tanto contestato “impuesto al sol”, ovvero la tassa al sole.
L’impuesto al sol sarebbe una tassa governativa a carico dei proprietari di impianti di energia rinnovabile come contributo per sostenere la rete elettrica del paese; un’imposta controversa che, secondo il governo, dovrebbe essere addirittura retroattiva a partire da aprile 2016 e riguardare tutti i consumatori di fotovoltaico e il cui mancato pagamento nel giro di poche settimane, comporterebbe l’addizionale di una multa piuttosto salata.
Fortemente combattuta dalla Unión Española Fotovoltaica (UNEF) per il reale rischio di bloccare l’autoconsumo in Europa, l’impuesto al sol si presenta particolarmente onerosa non solo per i cittadini che utilizzano il fotovoltaico, ma anche per l’industria del settore stesso.
La mozione richiede quindi lo sviluppo di un piano per l’implementazione in Spagna dei mezzi approvati dalla Commissione Europea in materia di transizione energetica verso energie pulite, la promozione di un cambiamento di modello energetico in favore di una produzione decentralizzata di energia, la riforma della normativa relativa all’autoconsumo e il permesso di convertire il surplus di energia a favore di una rete di auto approvvigionamento destinato ai consumatori.
La transizione energetica, come afferma la deputata dei Cittadini Melisa Rodríguez, è una vera e propria questione di stato che necessita l’istituzione di un patto di certezza per il settore, con regole chiare per evitare di incappare in antieconomiche e dannose improvvisazioni.
La Rodríguez sottolinea inoltre che il governo spagnolo non può ignorare ciò che Bruxelles ha determinato in materia di energia, né tantomeno contraddire la tabella di marcia del Commissario Europeo per ridurre le emissioni di CO2 quando in Spagna sono cresciute del 3,4% solo nell’anno 2015.
Quanto all’impuesto del sol, Melisa Rodríguez afferma che questa forma di tassazione è assolutamente indifendibile, laddove non si può imporre ai consumatori il pagamento di un’energia naturale, consumata direttamente e senza essere passata per la rete pubblica.
Insomma, varrebbe tanto quanto far pagare l’aria che si respira.