La rottura di una relazione comporta, in molti casi, una preoccupazione che va oltre quella puramente sentimentale e che riguarda la custodia dei figli, che devono sempre essere al centro di tutte le decisioni che si andranno a prendere, al fine di tutelarli, soprattutto se minori.
La prima cosa da evidenziare in tema di custodia dei figli è che non importa, in fase di decisione del giudice, se la relazione fosse formalizzata da regolare matrimonio.
L’unione di fatto, termine che evidenzia una unione famigliare naturale senza vincoli di matrimonio secondo la Sentenza del Tribunale Supremo del 29 ottobre del 1997, è sottoposta agli stessi doveri di protezione da parte dei poteri pubblici, così come stabilito dall’articolo 39.1 della Costituzione Spagnola.
In parole semplici viene sancita l’uguaglianza dei bambini di fronte dalla Legge, l’indipendenza della loro affiliazione nonché il dovere dei genitori di assistere tutti i figli nati dentro e/o fuori il matrimonio.
Le unioni di fatto, dopo mille peripezie giuridiche, sono riconosciute in giurisprudenza, costituiscono un’integrazione familiare difendibile e con diritti e doveri tra i suoi componenti.
Ma cosa accade ai figli dopo la rottura di una relazione?
In Spagna ci sono due possibilità per esercitare la tutela sui figli: una che prevede l’affidamento congiunto tra i due genitori e una che fino a poco tempo fa rappresentava l’unica soluzione, ovvero l’affidamento esclusivo a uno dei due genitori, solitamente la madre, con possibilità di visite da parte dell’altro genitore non affidatario.
Dal 1982 la Corte Suprema spagnola ha sottolineato l’importanza dell’attribuzione della custodia dei figli minori nel rispetto e nell’interesse di questi ultimi, che devono essere posti al di sopra delle questioni tra i genitori in quello che viene chiamato “favore filii” e la cui situazione deve essere vigilata dai tribunali.
All’interno del territorio spagnolo esistono comunità autonome che hanno una propria giurisprudenza in materia e sono Aragón, Cataluña, Navarra e Valencia, mentre nel resto della Spagna comprese le Canarie trova applicazione il Codice Civile attraverso gli articoli 92 e successivi.
In particolare il Codice Civile è stato riformato per permettere la custodia condivisa con la Ley 11/1990 del 15 di ottobre, consentendo così ai bambini di potersi relazionare con entrambi i genitori, laddove prima della sua attuazione l’unica formula permessa, e definita discriminante per ragioni di sesso, era la custodia a un solo genitore che nella maggior parte delle situazioni era la madre.
Nel caso non si addivenga ad un affidamento congiunto, la formula adottata è comunque quella della custodia esclusiva che prevede un piano prestabilito di visite per l’altro genitore non affidatario, nonché l’erogazione dei cosiddetti alimenti da parte di quest’ultimo, a sostegno del mantenimento della prole.
L’art.142 del Codice Civile stabilisce che il padre e la madre hanno il diritto di relazionarsi con i propri figli e quindi il diritto alle visite, sempre nel totale rispetto dei minori.
Vengono generalmente stabiliti degli accordi riguardo ai giorni di visita oltre che agli importi degli alimenti, che devono essere mensili.
Ogni genitore deve contribuire al mantenimento dei figli e alla fornitura dei mezzi necessari al loro sostentamento nella misura delle singole capacità economiche reddituali.
di Optimus Abogados