Essere celiaci significa, tra le altre cose, adottare una dieta senza glutine per tutta la vita evitando frumento, orzo, segale e avena nei confronti dei quali si rileva un’intolleranza dalle conseguenze significative.
La reazione infiammatoria della mucosa dell’intestino tenue ostacola l’assorbimento dei nutrienti, provocando una sintomatologia che va dalla perdita di peso, alla stanchezza, nausea, vomito, diarrea con dolori addominali, gonfiore addominale, perdita di massa muscolare, ritardo della crescita, cambiamenti dell’umore fino all’anemia sideropenica.
La prevalenza stimata di persone affette da celiachia è dell’1% della popolazione europea e, benché non siano ancora note le cause, l’intolleranza colpisce di quasi il doppio le donne rispetto agli uomini.
Ma il dato più sconcertante riguarda coloro ai quali ancora non è stata diagnosticata la celiachia poiché ancora asintomatica, che sarebbe il 75% della popolazione.
Per verificare se si soffre di questa patologia non è sufficiente rimuovere dalla propria alimentazione il glutine, bensì occorre un esame clinico accurato che includa un esame del sangue alla ricerca dei marker della celiachia, che può manifestarsi come classica, atipica e latente.
Utile sarebbe anche una biopsia intestinale per prelevare un piccolo campione di tessuto dall’intestino tenue per verificare l’intolleranza.
Al di là degli evidenti disagi che comporta essere celiaci, il problema di seguire una dieta ben specifica va a pesare sulle tasche degli ammalati in maniera significativa.
Si stima che solo nell’arcipelago delle Canarie il carrello della spesa di un celiaco costi 126 euro in più al mese rispetto a quello di una persona sana, vale a dire più di 1.529 euro circa all’anno.
Il processo di produzione alimentare, dal produttore al distributore, è molto complesso per i prodotti destinati ai celiaci e quindi il costo del cibo diventa notevolmente superiore.
I celiaci possono mangiare verdure, carne, pesce, uova, frutta, verdura e cereali senza glutine ma il cui confezionamento sia esente da eventuali contatti con la sostanza nociva.
La contaminazione crociata degli alimenti è infatti il principale ostacolo.
Tenerife collabora da diverso tempo con ACET (Asociación de Celiacos de la Provincia de Santa Cruz de Tenerife), al fine di aiutare i celiaci fornendo loro consigli e informazioni accurate sulla patologia che li affligge.
La Spagna è uno dei pochi paesi europei che non riconoscono alcun aiuto per le famiglie con persone affette da celiachia; nel Regno Unito ad esempio gli alimenti senza glutine sono gratis fino ai 16 anni di età e oltre i 65, in Francia vengono erogati 45 euro al mese a famiglia ma in Danimarca l’aiuto è pari a 200 euro e in Italia a 140 euro mensili.
Solo per fare qualche conto, si consideri che il prezzo di una pagnotta di pane con glutine è di circa 1,10 euro mentre senza è di 4,10 euro, la farina normale costa 0,85 centesimi mentre quella per celiaci 4,20 e un pacchetto di pasta acquistato da un celiaco anziché 1,20 euro costa 3 euro.
Un altro problema legato alla spesa è la reperibilità degli alimenti; solo recentemente alcune catene di supermercati stanno adoperandosi per introdurre reparti ad hoc come Mercadona, Lidl e Carrefour.
Mangiare al ristorante rappresenta un vero incubo, dal momento che il pericolo della contaminazione crociata è sempre presente e, a meno che non si abbia un ristoratore di fiducia, il rischio è troppo elevato.
Alcune catene come VIP, Ginos e McDonald hanno inserito allo stesso prezzo dei menu normali, quelli dedicati ai celiaci.
di Susanna Carozzi