Il monumento a Franco, il Generalísimo che ha instaurato un regime dittatoriale negli anni 40 in Spagna, è noto anche come Monumento all’Ángel Caído e fu realizzato dallo scultore Juan de Ávalos per celebrare la vittoria franchista durante la Guerra Civile spagnola.
Situato all’incrocio tra la Rambla de Santa Cruz e Avenida Francisco la Roche, il monumento a Franco nel corso degli anni è stato oggetto di numerose polemiche, tanto da costringere l’amministrazione a modificarne il nome il Monumento a la Victoria nel 2011, anche per effetto della Ley de la Memoria Histórica.
La legge, approvata nel 2007, condanna il regime franchista e prevede la rimozione di qualsiasi struttura che ne celebri la dittatura; in tutta la Spagna, come diretta conseguenza della disposizione, si cominciò quindi a rinominare strade e statue che portavano il nome del Generalísimo, come la stessa Rambla de Santa Cruz, una volta Rambla General Franco.
Il monumento a Franco venne ribattezzato quindi Monumento all’Ángel Caído, alimentando ulteriormente le polemiche di coloro che ne vedevano ritratto non un simbolo di pace bensì la rappresentazione del male.
Nonostante recentemente sia stato oggetto di atti vandalici e nonostante la formale richiesta di Izquierda Unida di adempiere a quanto previsto dalla Ley de la Memoria Histórica, il monumento a Franco è patrimonio, come avrebbe puntualizzato lo stesso Cabildo di Tenerife.
Ma non solo, il ministro insulare del patrimonio Josefa Mesa ha tenuto a precisare che la legge è molto chiara e che i monumenti di natura artistica non possono essere demoliti e quanto all’ipotesi di un eventuale trasferimento del monumento al Museo de Almeyda, il ministro avrebbe commentato che l’attuale ubicazione è quasi parte del museo.
Il dibattito aperto dal partito di Izquierda Unida, intenzionata a portare la questione in commissione vista la ritenuta paralisi politica della squadra al governo in materia di Memoria Histórica, comprende altre situazioni analoghe per le quali però, come ricorda il sindaco Trujillo, non sono state mosse critiche da parte di IU.
Il sindaco infatti precisa che Santa Cruz, a dispetto di una legge approvata dieci anni or sono, ha più di un centinaio di piazze, strade, scuole e statue con nomi che alludono alla repressione della dittatura di Franco.
E come risposta Izquierda Unida sottolinea che da quell’anno la commissione per il cambio di nomi si è riunita solo due volte.
Mercedes Pérez Schwartz, presidente della commissione nonché nipote dell’ultimo sindaco repubblicano di Santa Cruz, ha annunciato che procederà alla disamina dei 103 nomi di strade e piazze indicati in una apposita lista preliminare, al fine di far rispettare la legge della memoria storica.
I criteri con cui verrà deciso il cambio del nome saranno basati sull’evocazione del colpo di stato e della repressione.
Una volta redatta la lista definitiva, questa sarà sottoposta per la relazione finale alla Universidad de La Laguna.
É evidente, sottolinea la Schwartz, che non si possono eliminare i nomi di medici, politici, scrittori, professori, architetti, poeti, giornalisti e militari che hanno dato il nome a strade o monumenti nei 40 anni di epoca franchista e un caso è quello dello stadio Heliodoro Rodríguez, realizzato durante la dittatura di Franco.
Così come invece è probabile il cambio di nome di calle Santiago Cuadrado, soldato volontario morto durante un assalto al Gobierno Civil o del ponte Serrador, il cui nome appartiene al generale che partecipò attivamente al colpo di stato.
Ma, per il Cabildo, il monumento di Franco non si tocca.
dalla Redazione