Il reato di corruzione riguarderebbe, per il solo Arcipelago delle Canarie, 61 persone, pari a quelle accusate in Andalusia e appena dietro alle Isole Baleari che ne registra 97.
In tutta la Spagna sarebbero 659 le persone accusate di corruzione e i giudici avrebbero già aperto dei procedimenti a carico di 203 soggetti presso gli organi centrali del Tribunal Supremi Y Audiencia Nacional.
I dati, forniti dal CGPJ, Consejo General del Poder Judicial, riferiscono al solo anno 2016 e sono relativi a reati di corruzione e appropriazione indebita a carico di 659 cittadini per il 76% dei quali le sentenze sono state schiaccianti.
Le persone in carcere, sia in condizione di attesa di processo che già condannati, in Spagna sarebbero 87 e, stando alle informazioni aggiornate al primo di gennaio di questo anno, risulterebbero tutte indagate non solo per corruzione ma anche per frode e illeciti amministrativi.
La metà di essi in particolare è accusata di reato di appropriazione indebita di fondi pubblici, 25 per tangenti e il resto per abusi sessuali nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali, per abuso di informazioni riservate, per reati contro l’ordinanza del territorio e la pianificazione urbana.
Evidente quindi l’appartenenza di molti dei rei al campo dell’amministrazione statale, così come risulta dalla ECRIS, European Criminal Records Information System.
Dei 112 procedimenti la cui istruzione o fase di investigazione sono state completate nel corso del 2016, 21 sono relativi all’ultimo trimestre dell’anno.
Riguardo al solo ambito delle comunità autonome, nelle Baleari sono stati 18 gli incriminati per corruzione nell’ultimo trimestre dell’anno, mentre a Valencia sono stati 15 e in Andalusia e Castilla La Mancha 12 ciascuna.
Nel caso specifico delle Canarie, la corruzione preoccupa particolarmente i cittadini, soprattutto quando vi sono questioni sospese come la Ley del Suelo o la fine del procedimento del caso Áridos de Güímar, dove la corruzione urbanistica rappresenta più una pratica abituale che una percezione.
I deputati canari hanno di recente discusso la problematica sotto il punto di vista politico e José Miguel Ruano di CC-PNC avrebbe affermato che il coinvolgimento della politica nella corruzione comincia ad avere un ruolo predominante in relazione alla crisi economica, tendendo quindi a riguardare soggetti che intendono manovrare la governance per scopi ben lontani dal benessere della comunità.
Il codice etico di Coalición Canaria prevede le dimissioni dalle cariche pubbliche in caso di accuse di arricchimento proprio, di terze parti o di partito, insieme alla revoca temporanea del politico in caso sia il Ministerio Fiscal a formulare l’accusa.
Una disciplina esemplare, sottolinea Ruano, che dovrebbe essere adottata da tutti i partiti politici.
Il Partido Popular, di contro, afferma che non è giusto che per l’operato di una singola persona, l’intero partito venga dipinto come corrotto; tuttavia se una persona che appartiene al settore pubblico si macchia di reato di corruzione, dovrebbe essere seriamente considerata l’aggravante di responsabilità istituzionale.
avv. Santina Velli