Questo mese nel diario di un difensore dell’ordine mi trovo a commentare due fatti in antitesi tra loro che sono avvenuti lo scorso mese e che costituiscono le due facce della stessa medaglia.
Durante la festa della “Camella” nel municipio di Arona, un vigilante che era stato contrattato per prestare rinforzo alla polizia locale si è trovato a dover sedare una rissa tra giovani del posto. Trovandosi in difficoltà ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine che però erano impegnate nell’arresto di un giovane che aveva colpito più volte la compagna provocandole la rottura del setto nasale.
Uno dei giovani coinvolti nella rissa approfittando del ritardo nell’intervento dei rinforzi assesta vari colpi al volto del vigilante facendogli perdere vari denti e procurando varie contusioni. Nonostante questo il collega ha continuato a difendersi e fermare la colluttazione.
Va sottolineato però che in un comune con più di 90.000 residenti e un numero non ben precisato di turisti, che ci siano solo 3 poliziotti locali al lavoro di notte in un evento moltitudinario come la festa succitata sembra un problema di organico decisamente sottodimensionato e il cercare di coprire la lacuna con solo un vigilante privato è come minimo un’imprudenza.
Questo spirito di difesa e protezione è quello che accomuna molti dei colleghi con cui ho avuto il piacere di lavorare e che permette di nobilitare questa professione.
L’altro caso a cui volevo riferirmi è avvenuto in una discoteca di Las Palmas di Gran Canaria dove due giovani sono stati malmenati brutalmente all’entrata del locale da parte di alcuni “Vigilanti” (secondo la cronaca locale). Dalle notizie pervenute sembra che due universitari ventenni sono stati avvisati più volte dal personale fuori dal locale della necessità di abbottonare la camicia per poter accedere allo stesso.
Dopo una piccola discussione uno dei giovani è stato accompagnato all’uscita da uno dei vigilanti e il secondo ha tentato di aggredirlo alle spalle. I quattro compagni che assistevano hanno reagito e si è creata una colluttazione che è terminata con la necessità di assistenza ospedaliera dei giovani oltre alla denuncia dei fatti alla polizia nazionale. Ovviamente ora la discoteca ha emesso una dichiarazione dove ha chiesto all’impresa di sicurezza di spostare questi vigilanti oltre a considerarsi non responsabile per il comportamento esagerato degli stessi.
Spesso però i giornalisti non prestano molta attenzione ai termini e chiamano vigilanti tutte le persone che lavorano nell’ambito della sicurezza privata, senza controllare realmente se si tratta di professionisti del settore, di ausiliari o buttafuori e questo provoca nella collettività una sensazione di paura e sfiducia nei confronti del settore.
Un vigilante è un professionista che ha superato un corso che comprende prove fisiche e psicologiche per poter svolgere la professione, e questo gli conferisce la capacità di mantenere la calma e rispettare la proporzionalità di forza, a differenza di altre categorie che al massimo devono superare un corso di poche decine di ore e passare molte ore in palestra senza nessun tipo di controllo psicologico. Con questo non voglio denigrare una professione che considero altrettanto buona, avendo vari amici che lavorano come buttafuori e che considero veri professionisti, ma questo non toglie che la presenza di mele marce sia molto più probabile.