L’Agenzia Europea dei Medicinali ha recentemente approvato un farmaco che ridurrebbe del 30% i casi di morte provocata da cancro al seno.
In seguito ad uno studio effettuato negli ospedali Ramón y Cajal di Madrid e Vall d’Hebrón di Barcellona sugli effetti di un nuovo chemioterapico, la eribulina, nel trattamento di tumori alle mammelle metastatici, l’Agenzia Europea avrebbe avvallato il nuovo farmaco inserendolo come trattamento di seconda linea e successivamente nel protocollo di fornitura farmaceutica del sistema sanitario nazionale.
I risultati ottenuti dall’impiego del nuovo farmaco sono senza precedenti in termini di sopravvivenza globale, con una riduzione effettiva del rischio di mortalità nel 30% dei casi che presentavano la prognosi peggiore.
Il nome commerciale della eribulina è Halaven ed è il primo agente chemioterapico che da solo ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza di pazienti con cancro al seno metastatico e trattati precedentemente con antracicline e taxani, due farmaci antitumorali.
L’oncologo ha infatti spiegato che l’eribulina risponde alla necessità di nuove opzioni di trattamento per le donne con carcinoma mammario avanzato che hanno già avuto in precedenza un trattamento di chemioterapia.
L’importanza della ricerca sta nell’aver dimostrato la grande efficacia di un farmaco che è riuscito ad aumentare i casi di sopravvivenza laddove erano presenti tumori triplo negativi.
I carcinomi al seno triplo negativi sono la forma più aggressiva di tumore e una delle più difficili da trattare; triplo negativo sta indicare che questo tipo di cancro non ha recettori per ormoni estrogeni e progesterone e nemmeno dell’HER2, un fattore di crescita dell’epidermide umano.
Si consideri che il 70% dei tumori alla mammella hanno i ricettori per gli ormoni mentre il 20% per HER2; la mancanza di espressione di questi recettori identifica il tumore come caratterizzato da un comportamento biologico molto aggressivo.
di Marta Simile