Torno dunque a Bologna, con piena soddisfazione perché la missione di sopralluogo è riuscita al meglio: ho trovato un posto dove mi piacerebbe vivere, ed ho la fortuna di essermi innamorato di una cittadina in cui le case costano relativamente poco, vi è il mare e la popolazione appare serena e gioiosa. E dove io, completamente solo nella mia grande avventura di cambiamento (avventura che era nata in coppia) ho già un punto fermo: il ristorante Amanusa, che mi pare un ritrovo di italiani amabili e non invadenti. “Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo” disse un grande dell’antichità; e questo lo dice pure un omarello di oggi, un omarello di cui amici e conoscenti ammirano il coraggio, anche da prima di questa storia.
L’omarello in questione vorrebbe anticipare i tempi per il secondo round della sua impresa, ovvero la permanenza sperimentale di sei mesi in terra canaria; gli piacerebbe ripartire in settembre, dato che il valoroso GABRIELE VETROMILE ha consigliato questo mese per trovare i voli più economici; ma non può farlo perché ha importanti esami medici (che daranno esiti ottimali) programmati per il mese di ottobre. Ad una certa età, con la salute non si scherza, e prima di perdere una assistenza sanitaria come quella emiliana, è doveroso procedere con i piedi di piombo.
L’omarello confida ad amici e conoscenti la sua decisione di andare a vivere a Puerto de la Cruz per sei mesi, come banco di prova per un trasferimento definitivo, e trova quasi in tutti un caldo incoraggiamento. Quasi in tutti. La sua amica del cuore, Luisa, che è sposata con un altro ma sotto sotto ama l’omarello e lo vuole vicino a sé a tutti costi (forse confida di far fallire il proprio matrimonio, che è in crisi da tempo, per diventare la Lady dell’omarello. o perlomeno la sua amante) tenta di boicottare la partenza in tutti i modi. Giunge a produrre false prove di un presunto clima umido a Tenerife d’inverno e di un presunto costo della vita carissimo nonostante le “leggende metropolitane” dei prezzi bassi; riporta testimonianze di persone deluse dalle Canarie, oppure soltanto che hanno fallito nel tentativo di cambiare habitat ad una certa età… un battage infernale… Non di questo aveva bisogno Davide in quel momento della sua vita, in cui l’insicurezza ed i dubbi covavano già per conto loro, in vista di un cambiamento radicale; ma una donna innamorata e poco matura fa il suo gioco… ed il guaio è che anch’io amo Luisa, ma mi rendo conto da sempre che una unione fra noi è impossibile, nonostante la attrazione fisica reciproca ed una qualche sintonia mentale, per una incompatibilità di carattere: è questo il motivo per cui a suo tempo lasciai che sposasse un altro, e per cui ora non tento di dare una spallata al suo matrimonio; inoltre, è una donna estremamente viziata, ed io non potrei offrirle un tenore di vita di lusso, come può fare il suo ricco consorte. Con me sarebbe infelice, ed io voglio il suo bene.
Dicevo che l’omarello non può assecondare la sua voglia di tornare in settembre a Tenerife, ma deve attendere fino alla fine di ottobre per esami clinici. Dal ritorno dal sopralluogo (a Santa Cruz) fino alla nuova partenza (per il Puerto), passeranno dunque più o meno cinque mesi. Niente di male, perché le grandi imprese esigono una lunga preparazione. Nel caso attuale la preparazione si deve svolgere su due versanti, quello bolognese e quello canario. Sul fronte interno, una assenza di sei mesi dalla propria abitazione richiede cautele ed accorgimenti: nessuna casa può rimanere disabitata così a lungo senza una manutenzione minima, e soprattutto è un rischio non lasciare segni esteriori di vita e di controllo dell’ambiente, oggi che non pochi disperati penetrano nelle case vuote e poi resistono come occupanti abusivi. Bisognerà dunque simulare una presenza abitativa nella casa, tramite volontari che alzino ed abbassino le tapparelle ogni tanto. Bisognerà controllare la corrispondenza, pagare tasse e bollette, organizzare dei controlli che la casa non sia stata occupata, essere a disposizione dell’amministratore del condominio e delle società erogatrici dei servizi, per eventuali esigenze straordinarie; ed altre cose che non ricordo, perché se Dio vuole non sono più tenuto a tenerle a mente. Sul fronte estero, io parto da zero e mi butto in un mondo che non conosco: dovrò scegliere un albergo per i primi 15-20 giorni di permanenza, durante i quali cercherò una casa in affitto, ed inoltre dovrò tentare, tramite quella formidabile risorsa che è internet, di stabilire rapporti amichevoli con italiani residenti al Puerto da tempo, i quali mi possano assistere nei miei primi, incerti passi e mi possano fornire tutte le informazioni di cui ho bisogno: io non so nemmeno se per affrontare l’inverno al Puerto occorra portarsi dietro indumenti pesanti, e quanto pesanti…
La ricerca di un albergo era all’inizio orientata sulla formula della mezza pensione (colazione + cena), per poter essere del tutto libero all’ora di pranzo, di prendere appuntamenti e di pasteggiare con una semplice “tapa” o un “bocadillo”; ma strada facendo trovo una offerta “stracciata” di pensione completa all’Hotel Catalonia-Las Vegas, un albergo a quattro stelle le cui recensioni sono prevalentemente buone. Ragazzi, quanto è difficile scegliere un albergo da zero, senza alcun referente fidato: le recensioni sono sempre contraddittorie, ed un albergo eccellente per la pulizia non lo è per la cucina, uno meraviglioso per la vista-mare lascia a desiderare quanto a cortesia e disponibilità del personale; dove sembrano ottimali i requisiti fin qui elencati, appare pessimo il servizio WI-FI… un poco almeno, bisogna tirare a indovinare… ed io lo farò e sceglierò il “Catalonia”, motivato dall’offerta economica, e non me ne pentirò, come vi racconterò nella prossima puntata.
Dicevo che nei mesi antecedenti al mio secondo viaggio, cerco di allacciare rapporti costruttivi con persone esperte, per farmi consigliare da loro sui problemi dell’ambientamento anche dopo il mio arrivo a destinazione. E qui sbaglio due volte: una, perché per avere un aiuto nella ricerca di un appartamento in affitto, mi lascio indirizzare verso una agenzia ottima, retta da persone perbene e molto umane, ma con il limite di essere situata nel sud dell’isola e priva di referenti validi al nord; due, perché mi lascio condizionare da un serpente che mi pare una degnissima persona, e discorrendo con me mette in cattiva luce una bellissima creatura come la Signora Beatrice Vitti Dini, dissuadendomi dal rivolgermi a lei. Quando poi sarei andato da lei angosciato, perché non riuscivo a trovare un alloggio in altro modo, lei mi avrebbe preso a cuore e salvato, ed un po’ alla volta Lei ed il suo magnifico compagno di vita, Cavalier Alessio Morucci, sarebbero divenuti due veri amici per me, fino al punto, fino alla prova incredibile, di rinunciare ad un consistente guadagno per il mio bene. Se il mio tentativo di permanenza al Puerto fosse fallito, non lo sarebbe dunque del tutto, perché grazie a questa esperienza ho trovato due amici meravigliosi, il cui affetto ed arricchimento per la mia vita, di per sé basterebbero a giustificare tutta la mia impresa.
(Continua)
di Davide Selis