La Spagna è alle prese con una siccità devastante che ha lasciato la maggior parte dei suoi fiumi asciutti, ha scatenato terribili incendi e ha rovinato numerose colture: in atto un cambiamento climatico spaventoso.
Gli esperti studiosi del cambiamento climatico in atto avvertono che questa situazione è solo la prima di una serie di cataclismi che diventeranno sempre più frequenti.
E come la Spagna, anche il Portogallo ha subito condizioni estreme di siccità nel corso degli ultimi sei mesi, una situazione vista eccezionalmente solo nel 2005 ma che oggi sta preoccupando tutti gli agricoltori che vedono andare in fumo ettari di colture.
Jose Ramon Gonzalez, piccolo allevatore della regione nord occidentale della Galizia, una delle più piovose di tutta la Spagna, sottolinea che la situazione attuale è drammatica; a causa della scarsità di erba, Gonzalez si è visto costretto a spendere migliaia di euro in acquisto foraggio per il suo bestiame e questo a luglio, vale a dire 4 mesi prima del normale.
In 45 anni, afferma, non ha mai visto fiumi e sorgenti asciutti e così la sua famiglia, ma ora l’acqua scarseggia ovunque in maniera preoccupante.
Il tanto discusso cambiamento climatico non è più una temibile previsione lontana nel futuro, ma una concreta realtà che si sta diffondendo un po’ ovunque in tutto il globo terrestre.
In Spagna a partire dalla fine di ottobre, stando ai dati dell’agenzia di assicurazione agricola Agroseguro, circa 3,4 milioni di acri di terreni coltivati a cereali, girasoli e ulivi sono stati colpiti da siccità o gelo eccezionale, eventi catastrofici che hanno portato l’agenzia a erogare risarcimenti per oltre 200 milioni di euro.
Vicente Ortiz, agricoltore e allevatore nella regione di Castilla La Mancha, ammette con rassegnazione che di fronte a eventi di questa gravità ci si sente veramente impotenti, come quando si è colti da una malattia incurabile, in questo caso la siccità.
Il raccolto del suo grano, precisa, ha subito un calo del 70% rispetto all’anno scorso e già si prevede una raccolta di olive dimezzata.
Analoga situazione per gli agricoltori del vicino Portogallo, come denuncia la presidente dell’associazione degli agricoltori di Portalegre, Fremelinda Carvalho, che precisa che i campi aridi e le foreste hanno alimentato incendi in cui sono morte 109 persone solo nel 2017.
I bacini idrici versano in condizioni drammatiche, con livelli eccezionalmente bassi; basti pensare che solo in Portogallo le 28 riserve idriche del paese in ottobre erano a meno del 40% della loro capienza abituale, così come in Spagna che ha registrato lo stesso dato il 13 di novembre.
La più grande compagnia spagnola elettrica, la Iberdrola, ha accusato una diminuzione della produzione di energia idroelettrica del 58% nei primi nove mesi dell’anno, a causa della mancanza di acqua che ha così provocato un aumento dei prezzi dell’elettricità elevato.
La siccità inoltre, come se non bastasse, sta alimentando conflitti tra le regioni circa l’utilizzo dell’acqua; ad esempio il massiccio acquedotto costruito negli anni 60 sotto la dittatura di Franco per spingere l’acqua del fiume Tago nel fiume Segura, è ora fonte di tensione.
Il fiume Tago, precisa Antonio Lungo capo dell’agenzia che regola il sistema idrico nella regione di Castilla La Mancha, non può più sostenere questa operazione ma deve essere utilizzato per aiutare le aziende ortofrutticole della Spagna sud orientale, per le quali si sta impiegando acqua dissalata del Mediterraneo.
Dal 1980, dice Jorge Olcina, geografo che dirige l’istituto climatico dell’Università di Alicante, la Spagna aveva già mostrato segnali di cambiamento climatico, aumentati poi nel 2000; ora il clima del paese tende ad avere caratteristiche sub tropicali, con temperature molto più elevate e piogge rare e intense, eventi destinati ad aumentare nei prossimi decenni.
Come denuncia poi Julio Barea portavoce della Greenpeace spagnola, la Spagna ha gestito le proprie risorse idriche in maniera molto scorretta, ad esempio irrigando alberi che normalmente non necessitano di grandi risorse di acqua, come gli ulivi e i mandorli, e adottando colture intensive ad acqua che non sono adatte al clima mediterraneo del paese.
I governi di Spagna e Portogallo hanno promesso aiuti finanziari agli agricoltori, che continuano comunque ad aspettare le piogge.
Ma quegli aiuti saranno drammaticamente solo delle pezzature a una coperta che si sta velocemente riempiendo di voragini.
di Ilaria Vitali