Il Ministerio Público, di fronte all’ottantenne imprenditore che a marzo 2015 uccise il rapinatore che fece irruzione in casa propria ad Arafo, ha giudicato l’omicidio come azione derivante da legittima difesa e ha condannato l’uomo a 24 mesi di carcere per il solo possesso illegale di armi.
È così che è finita l’avventura dell’imprenditore J.S.M., cominciata alle 22 di una terribile sera del marzo 2015 quando, in casa con moglie e cognata di 69 e 65 anni rispettivamente, ha dovuto difendersi dall’intrusione di un giovane rapinatore armato di pistola, risultata poi finta, e di un bastone, che gli intimò di aprirgli la cassaforte insieme, curiosamente, al figlio di minore età.
I due, attesi da complici al di fuori dell’abitazione, Villa Carlota sul Camino de las Cañadas, indossavano abiti scuri, maschere tenute sul volto con nastro adesivo e il maggiore di essi, Jonas 26 anni, nello zaino simulò di avere una pistola.
L’ottuagenario non si perse certo d’animo e una volta mostrato spirito collaborativo nei confronti dei due soggetti, rassicurando loro che avrebbe consegnato tutto quanto contenuto nella cassaforte, riuscì a far scappare la cognata nel bagno, dove si nascose.
Ma di fronte alla disponibilità dell’anziano, i due malviventi cominciarono a sferrare colpi decisi sulla mano della moglie, fino a fracassargliela tra lo stipite e la porta della stanza dove era contenuta la cassaforte; fu allora che al brutale attacco, l’uomo riuscì ad afferrare la sua Ruby calibro 38 intimando ai due rapinatori di andarsene.
Il minore di essi fuggì a gambe levate, ma Jonah tentò di affrontare l’imprenditore, rimanendo poi mortalmente ferito da un colpo di pistola al volto.
Il coraggioso imprenditore è stato quindi sollevato dal reato di omicidio dal Pubblico Ministero che ha ritenuto le sue azioni basate sulla legittima difesa, ma dovrà scontare due anni di carcere per possesso illegale di armi, pena che con ogni probabilità verrà sospesa a causa dell’età dell’accusato.
dalla Redazione