Un rapporto dell’Università di La Laguna riguardo agli effetti dell’introduzione di gas naturale a Tenerife, evidenzia non solo miglioramenti significativi nei costi della generazione dell’elettricità a bassa emissione di CO2, ma anche un risparmio annuale stimato in oltre 100 milioni di euro per tutto il sistema elettrico dell’isola.
Il rapporto, presentato a gennaio e preparato dal Dipartimento di Economia, Contabilità e Finanza e dal Centro di Studi sulla Disuguaglianza Sociale e sulla Governance (Cedesog) della ULL, ha per obiettivo quello di aggiornare un precedente studio effettuato nel 2013, dove già si erano evidenziati i risparmi per effetto dell’introduzione del gas naturale, pari a 135milioni di euro.
Nello studio attuale i risparmi sono stati valutati inferiori rispetto alle prospettive del 2013, ma solo per effetto del rinnovato scenario del gas e della differenza di prezzo tra gas e prodotti petroliferi, ora ridotta rispetto al 2013.
Maggiori risparmi inoltre potrebbero essere raggiunti aumentando l’implementazione dell’energia eolica, integrandola a quella derivante dall’impiego dei gas.
Tuttavia l’introduzione del gas a Tenerife passa attraverso la costruzione dell’impianto di rigassificazione nel porto di Granadilla, un progetto datato anno 2000 e che recentemente ha subito una nuova battuta di arresto, dovuta alla mancata autorizzazione all’operatore Enagás di iniziare i lavori da parte della Commissione Nazionale dei Mercati e della Competenza unitamente al Ministero dell’Energia.
Fino a che l’uso del gas non sarà garantito, non verrà concessa l’autorizzazione a costruire un impianto.
Benché questo rapporto della Commissione non sia vincolante, sono molti i dubbi sorti sulla fattibilità del progetto, in particolare per i cosiddetti detrattori dell’impianto che hanno fatto sì che a Gran Canaria sia stata respinta la realizzazione di quello di Arinaga.
D’altra parte però la relazione della Università di La Laguna è piuttosto chiara ed esaustiva circa i benefici dell’introduzione del gas naturale sull’isola e senza pregiudizio riguardo lo sviluppo delle energie rinnovabili per i prossimi 20 anni.
Nel rapporto si legge che tra il 2009 e il 2016, se il gas fosse già stato introdotto, si avrebbe ottenuto un risparmio pari a oltre 50 milioni di euro già a partire dal terzo anno, con un valore accumulato per l’intero periodo pari a 383 milioni di euro, quando invece la quantità di CO2 emessa nell’atmosfera è stata di circa 440mila tonnellate all’anno.
Basandosi su una stima del periodo 2020 (data auspicata di completamento lavori)-2040, emerge che l’uso del gas naturale nei cicli combinati a sostituzione del diesel comporterà un risparmio di oltre 85 milioni di euro all’anno, superando così i 2.000 milioni di euro nell’intero periodo.
Concludendo, afferma il rapporto, l’opzione migliore dal punto di vista dei costi e delle emissioni rimane quella di introdurre il gas naturale e di utilizzarlo nella misura massima consentita dai limiti tecnici, essendo una soluzione a basso costo, meno inquinante e in grado di combattere gli effetti negativi sull’isola degli shock energetici provenienti dai mercati internazionali.
Michele Zanin