Questo mese l’arca del mistero salpa dalla nostra cara isola per approdare nell’altra isola capitalina, Gran Canaria.
Nel centro città di Las Palmas si trova un edificio storico costruito nel 1577 che originariamente aveva forma rotonda e veniva usato come torre di difesa dagli attacchi delle navi corsare olandesi.
In quel periodo infatti le Canarie erano il primo ed ultimo scalo delle rotte delle navi da trasporto che collegavano l’Europa e le Indie orientali e per questo risultava molto redditizio per pirati e corsari organizzare attacchi nell’Arcipelago.
Dopo solo 20 anni dalla costruzione l’edificio era cosí deteriorato dagli attacchi dei cannoni delle navi da dover essere riformato e migliorato, per questo nel 1599 iniziarono i lavori che unirono l’edificio alle mura della città e la forma rotonda fu modificata nell’attuale.
Nelle torri di questo nuovo edificio si posizionarono tre pezzi di artiglieria per contrattaccare gli assaltanti e si inaugurarono anche varie nuove ali del edificio, adibite in forma permanente ad ospitare soldati e sale di tortura per i nemici catturati.
Con il passare del tempo e la nascita di nuove esigenze l’edificio che ormai era conosciuto da tutti come il castello de Mata, subì vari restauri e miglioramenti fino all’ultimo avvenuto nel 2002, quando il comune decise di convertirlo in un museo.
Per proteggere l’edificio ed i beni al suo interno si organizza quindi un servizio di vigilanza notturno e, dovuto alla situazione logistica dove si trova l’edificio oltre all’importanza degli oggetti contenuti, si selezionano vigilanti con esperienza per farsi carico della sicurezza.
Fin da subito i custodi si resero conto che nel castello avvenivano cose non molto normali, infatti secondo i loro racconti spesso attraversando i corridoi si poteva distinguere chiaramente un chiacchiericcio di gente, altre volte porte che sbattevano nelle zone superiori e nelle aree anticamente dedicate ai dormitori dei soldati.
Ovviamente l’edificio durante la notte era completamente sigillato con tutte le porte e finestre chiuse, comprovate e collegate al sistema di allarme interno, quindi era completamente esclusa la possibilità di correnti d’aria.
Sempre secondo i racconti dei vigilanti a volte si sente distintamente il pianto sconsolato di un uomo provenire dalla parte centrale dell’edificio, i protagonisti dell’evento dichiarano di non provare paura ma una gran pena per il dolore che traspare da quei gemiti.
Nonostante si siano fatti vari tentativi per cercare l’autore di questi suoni nessuno è riuscito a trovare una spiegazione logica e tanto meno la persona, però si resero conto che le urla di dolore provenivano da una particolare stanza che in apparenza non aveva nulla di straordinario, ma che facendo alcune ricerche si è scoperto essere stata utilizzata come prigione punitiva del castello.
Sempre secondo le dichiarazioni di questi lavoratori notturni loro spesso hanno la sensazione di essere accompagnati da un entità non ben definita durante le ronde. Questa non incute paura ma li fa stare più tranquilli e con una sensazione di protezione, quasi come si trattasse di gendarmi fantasma che accompagnano i vivi.
Questo edificio, a differenza di altri sparsi per le isole con presenze fantasma, i cui rumori possono essere attribuiti alla struttura stessa, spifferi, scricchiolii del legno dovuti al cambio termico tra giorno e notte, dopo la riforma risulta essere tra i più moderni per serramenti e controllo delle temperature, oltre alla sostituzione in varie zone delle bighe di legno per altre di ferro allo scopo di garantire la stabilità e la sicurezza per l’afflusso di visitanti durante il giorno.
Quindi…?
Loris Scroffernecher