Si parla di colonizzazione, ma questa volta in termini positivi e relativi ad uno straordinario avvoltoio, il capovaccaio o meglio il Neophron percnopterus, che giunse nell’Arcipelago circa 2.500 anni fa, in coincidenza con l’arrivo delle prime popolazione berbere del Nord Africa insieme alle loro mandrie di capre.
Questo tipo di avvoltoio ha qualità fisiche superiori a quelli già presenti sulle isole, dal momento che pesa il 16% in più e ha dimensioni più grandi del 3%.
Al di là delle caratteristiche peculiari di questa specie di avvoltoio, gli studiosi del CSIC, Consejo Superior de Investigaciones Cientificas, che hanno condotto un’indagine pubblicata poi su BMC Evolutionary Biology, hanno sottolineato come gli insediamenti umani possano promuovere il rafforzamento, la diversificazione e l’espansione di alcune specie.
L’arrivo dei berberi con le mandrie di capre ha di fatto aumentato le fonti di cibo della zona, facilitando la colonizzazione dell’avvoltoio capovaccaio, una specie in pericolo di estinzione secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
L’attività umana, è il caso di precisarlo, può causare l’evoluzione divergente su una specifica specie su una scala temporale relativamente breve, come avvenuto con il capovaccaio, spiega uno dei responsabili della ricerca, la scienziata Rosa Agudo.
Prima dell’arrivo dei coloni berberi, le carcasse degli animali morti erano banchetto solo per roditori, uccelli e alcune specie marine; l’assenza di grandi mammiferi terrestri e animali domestici spiegherebbe in breve il fatto che un rapace come l’avvoltoio egiziano non fosse interessato alle Canarie.
Il capovaccaio è l’unico del genere Neophron e viene considerato un avvoltoio del Vecchio Mondo; egli si nutre soprattutto di carogne, benché non disdegni uccelli e rettili di piccole dimensioni.
La sua popolazione è diminuita nel corso dei secoli per diverse ragioni, prime tra tutti la caccia e la collisione con i fili dell’alta tensione, benché vi siano studi che rivelano che l’utilizzo del Diclofenac, un FAN, abbia causato una vera e propria decimazione, seguita poi dallo scoppio dell’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina in alcune zone d’Europa che hanno fatto ammalare gli avvoltoi che si cibavano di carcasse infette.
Gli esemplari presenti alle Canarie rappresentano un caso di gigantismo insulare per il loro peso superiore alla media, 2,4 kg circa.
Franco Leonardi