I vulcani fanno parte della storia del pianeta Terra e si sono formati in seguito a processi tettonici, elevate temperature e pressione, che hanno provocato enormi masse costituite da magma, materiale incandescente, il quale per risalire lungo i cosiddetti edifici vulcanici dando vita ad eruzioni, necessita delle stesse condizioni che sono alla base della sua origine.
Non è un caso infatti che la maggior parte dei vulcani si trovi lungo i margini delle placche tettoniche, in prossimità di fosse marine abissali, lungo le dorsali oceaniche, dove cioè si verificano condizioni che portano, sporadicamente o meno, alle eruzioni ed a fenomeni sismici di varia portata.
Il Collegio Ufficiale dei Geologi ricorda che in Spagna le zone a maggior rischio di eruzioni vulcaniche sono le isole di Tenerife, La Palma e El Hierro.
L’attività sismica, precisa José Luis Barrera, esperto di vulcanologia presso l’Ilustre Colegio Oficial de Geólogos (ICOG), è regolarmente registrata al fine di prevenire il più possibile in tempi ragionevoli, un’eventuale eruzione.
Le crisi sismiche infatti sono eventi precursori delle eruzioni vulcaniche, da qui l’importanza di conoscere non solo l’andamento dei terremoti ma anche la struttura dei singoli vulcani al fine di individuare possibili punti di fuoriuscita del magma, nonché lo studio della geomorfologia dell’area per determinare la rotta che la lava potrebbe seguire insieme alla pioggia piroclastica.
In questo modo, sottolinea Barrera, è possibile individuare quindi i centri abitati a potenziale rischio e progettare piani di evacuazione efficaci.
L’eruzione del vulcano Kilauea alle Hawaii, iniziata all’inizio di maggio, ha costretto all’evacuazione migliaia di persone e ha provocato scenografici flussi di lava.
Il Kilauea è il più attivo dei cinque grandi vulcani dell’arcipelago hawaiano e uno dei più attivi al mondo, non sorprende quindi la sua eruzione e tantomeno viene considerata dai geologi come anomala; la prima documentazione dell’eruzione del Kilauea risale al 1823 e da allora il vulcano ha mantenuto una ripetuta attività, ben nota alla comunità scientifica.
Barrera spiega che è molto improbabile che il Kilauea possa avere una massiccia eruzione, le lave emesse costantemente sono molto fluide e formano correnti regolari.
Questo non è quindi il vulcano più pericoloso in assoluto, dice Barrera, bensì sono altri la cui attività potrebbe mettere a grave rischio un gran numero di persone e abitazioni:
- il Vesuvio e i Campi Flegrei a Napoli, la cui eruzione interesserebbe circa 4 milioni di persone
- il Monte Aso, nell’isola Kyushu in Giappone, la cui eruzione colpirebbe le città di Kumamoto e Nagasaki, oltre 1 milione di abitanti
- Il vulcano Taal, nelle Filippine, che colpirebbe Manila e quasi 12 milioni di abitanti. Il Tal ha eruttato 33 volte dal 1572
- Monte Mayón, isola Luzón, sempre Filippine, uno dei vulcani più attivi del paese e noto per la sua caratteristica forma pressoché perfetta
- il vulcano Merapi, situato al centro dell’isola di Java, in Indonesia, anch’esso uno dei più attivi e pericolosi, data la vicinanza con la città di Yogyakarta con 3 milioni di abitanti.
Le eruzioni vulcaniche, afferma Barrera, non possono essere impedite, ma è possibile studiarle e prevederle con un certo anticipo per salvare molte vite umane.
ICOG, la società dove Barrera opera, è un’istituzione senza fini di lucro creata per la difesa e il sostegno degli interessi dei geologi secondo la Legge 73/1978 del 26 di dicembre.
Tra i suoi scopi essenziali spiccano l’organizzazione dell’attività e dell’esercizio della professione di geologo e la rappresentanza e la difesa esclusiva degli interessi della categoria.
Con sede a Madrid, ICOG ha delegazioni in Aragona, nelle Asturie, in Catalogna e nei Paesi Baschi.
Per avere informazioni circa tutte le sue attività, è possibile al sito www.icog.es.
Franco Leonardi
(NdR Nel frattempo è in corso la drammatica eruzione del Vulcano de Fuego, in Guatemala, che ha già provocato numerose vittime)