A tre anni dal brutale omicidio del gioielliere inglese John Palmer, la famiglia e in particolare la fidanzata Christina Ketley, ha offerto una taglia di 100.000 sterline a coloro in grado di fornire informazioni circa l’identità del killer che il 25 giugno 2015, facendosi varco nel giardino della casa di Palmer, raggiunse il sessantaquattrenne con 6 colpi di arma da fuoco, uccidendolo.
John Palmer era un gioielliere inglese che fece fortuna nel sud di Tenerife frodando migliaia di turisti con la formula della multiproprietà e che venne accusato da Scotland Yard, ancora prima di giungere nell’Arcipelago, per aver guidato la cosiddetta rapina del secolo Brinks Mat, svoltasi nei pressi dell’aeroporto di Heathrow per mano di 4 uomini incappucciati che si impossessarono di un bottino di 26 milioni di sterline in oro, diamanti e platino.
I sospetti delle autorità britanniche non furono mai confermati da prove certe, ma Palmer era noto alle forze dell’ordine come Goldfinger, nome di uno dei cattivi più famosi della saga di 007 James Bond, e riferito al suo peculiare interesse in oro e preziosi.
Al di là della mancanza di prove, un trattato di estradizione firmato tra Spagna e Regno Unito portò Palmer davanti alla giustizia britannica per la rapina del secolo e, nonostante l’uomo avesse ammesso innanzi alla corte di sciogliere le barre d’oro nel giardino di casa sua, venne assolto con formula piena nel 1987, dopo aver candidamente ammesso di non essere a conoscenza che quei lingotti fossero rubati.
Come finì Palmer a Tenerife? Con l’attività di investimento in sviluppo turistico ovvero in multiproprietà da rivendere a ignari turisti, tanto da meritarsi la nomea di boss della multiproprietà.
Costantemente sotto sorveglianza dalla polizia spagnola, nel 2001 Palmer venne condannato a 8 anni di carcere, dei quali solo 5 scontati, per aver frodato oltre 20.000 turisti provenienti da tutta Europa a Tenerife; nel 2007 venne di nuovo arrestato nel sud dell’isola, sempre per frode, ma dopo 2 anni in un carcere di massima sicurezza spagnolo ottenne il rilascio su cauzione, pur con l’obbligo di doversi presentare alle autorità giudiziarie ogni 2 settimane.
Poco prima che si svolgesse in Spagna un altro processo a suo carico, Palmer venne assassinato nella sua casa nell’Essex.
Un cliente molto arrabbiato? Una vendetta da parte di chi avrebbe dovuto prender parte alla suddivisione dei vari bottini?
Di certo non fu una casualità e nemmeno un tentativo di furto: l’assassino aprì un varco nella vegetazione del recinto della casa, sparò e se ne andò, facendo perdere le proprie tracce.
La taglia offerta dalla fidanzata della vittima è frutto dell’intervento della Crimestoppers, una nota organizzazione no-profit il cui principale obiettivo è quello di combattere il crimine e secondo il capo della polizia di Essex Stephen Jennings le 100.000 sterline in attesa di essere devolute a uno o più informatori non deriverebbero dalle attività criminali dello scomparso Palmer.
Inizialmente la polizia dell’Essex affrontò diverse critiche quando dichiarò che Palmer morì per cause naturali, nonostante avesse il corpo ricoperto di fori di proiettile.
Franco Leonardi