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    Isla de Lobos, prima isola della Spagna a gestione privata

    Isla de Lobos, 8.000 anni di storia alle spalle, situata tra Fuerteventura e Lanzarote, è la prima isola della Spagna a gestione privata.

    Ricca di resti archeologici romani ancora oggetto di studio e nota in tutto il mondo antico, dai Fenici ai Romani, per i tessuti tinti di viola, considerati veri e propri oggetti di lusso e segno di distinzione sociale, Isla de Lobos è un piccolo paradiso estraneo alle masse dei turisti che qui, in ogni caso, non troverebbero alcuna struttura ricettiva, né tradizionale alberghiera e tantomeno quella nuova e tanto discussa delle case vacanza.

    Nel 1405, quando Jean de Béthencourt conquistò Fuerteventura, egli destinò Isla de Lobos a base per i rifornimenti, liberandola, ahimè, dei leoni marini che la abitavano e da cui proviene il nome  stesso dell’isola.

    I leoni marini vennero infatti cacciati in maniera indiscriminata per la loro carne, il grasso e la pelle, causandone in poco tempo la scomparsa dall’isola.

    Il Faro di Punta Martiño, all’estremo nord dell’isola, costruito nel 1865, è uno dei più antichi delle Canarie, benché sia poi stato sottoposto a lavori di rimodernamento nel 1968 dall’allora proprietario.

    Nel 1982 Isla de Lobos venne classificata come riserva naturale e rinominata Parque Natural Las Dunas de Corralejo e Isla de Lobos, ma fu nel 1994 che venne separata da Corralejo, diventando Parque Natural Islote de Lobos.

    Ora questo piccolo paradiso è gestito direttamente dalla società valenciana Martínez Cano, attraverso la sua filiale canaria, che ha approntato sull’isola un esempio di gestione integrata e sostenibile di un territorio destinato a diventare famoso, a livello internazionale, proprio per la sua voluta estraneità ai flussi turistici.


    Martínez Cano per manutenere, conservare e gestire il territorio protetto del Parque Natural Islote de Lobos, ha investito qualcosa come 155.000 euro, un importo esiguo ma decisamente dimostrativo di come si possa salvaguardare un ambiente senza cifre esorbitanti.

    E Martín Cano, che sulle isole dell’Arcipelago si occupa anche di plastica, carta e rifiuti di vario genere, non solo sta tentando di reintrodurre il leone marino, ma nel mese di marzo ha recuperato un paio di esemplari di tartarughe Caretta caretta da Cofete, ora in corso di ricollocazione in Macaronesia.

    La Isla de Lobos, manco a dirlo, è alimentata da energia solare e le sue acque, soprattutto nel tratto a nord di Fuerteventura, sono così cristalline da poterne vedere i fondali.

    Sull’isola esiste un solo ristorante, Antoñito el Farero, ma per il resto solo mare e natura, come si conviene con tutti i paradisi.

    di Ilaria Vitali

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