Trovare un impiego è già di per sé un’impresa, trovarlo ben pagato è addirittura un miraggio; eppure vi sono profili che nell’Arcipelago non solo sono particolarmente richiesti e ben pagati, ma rimangono scoperti per mancanza di competenze.
Le principali figure con più domanda e minor offerta alle Canarie sono i commerciali con esperienza, gli chef e il personale al servizio del turista che conosca più lingue, così come gli esperti informatici, esperti in comunicazione e manager in generale.
Gli annunci di ricerca di personale con queste caratteristiche sono molti, ma pochi sono i candidati che si presentano con tutti i requisiti richiesti.
Come si nota nel rapporto Adecco sulla carenza di figure professionali e di requisiti specifici in territorio spagnolo, l’Arcipelago delle Canarie è una regione in cui prevale il settore dei servizi legati al turismo e alla ricettività ed è proprio in questo ambito che la ricerca di personale qualificato diventa difficile.
Per questi profili la fascia salariale è molto ampia e varia dai 15mila euro lordi all’anno fino ai 35mila se si aggiungono esperienza e conoscenza di più lingue.
Le zone turistiche di Lanzarote e Fuerteventura sarebbero quelle che più di tutte stanno soffrendo della carenza di personale di questo tipo e Adecco stima che circa il 15% dei posti vacanti nelle isole sia destinato a rimanere tale per mancanza di competenze, tanto da costringere molti datori di lavoro a riformulare le ricerche.
Sebbene ogni regione abbia le sue peculiarità, vi sono profili che risultano più influenzati da questo genere di carenze, come i professionisti in ambito informatico, gli ingegneri, i tecnici del settore elettromeccanico, gli addetti ai carrelli elevatori, il personale del settore metallurgico e tutti i profili legati al settore del turismo, dove la non conoscenza delle lingue straniere rappresenta il maggiore scoglio.
Secondo il segretario generale di Adecco Santiago Soler, dal lato delle imprese e delle amministrazioni pubbliche è giunto il momento di compiere uno sforzo per generare posti di lavoro di qualità, con condizioni lavorative migliori e salari legati alla produttività, il tutto in un quadro in cui la flessibilità e la sicurezza siano basi portanti.
Ma, osserva, è anche il momento per i disoccupati e le persone in procinto di entrare nel mercato del lavoro, di scommettere sulla formazione, universitaria e tecnica, al fine di soddisfare le richieste attuali che necessitano di profili preparati e qualificati.
In breve si tratta da un lato di migliorare le condizioni lavorative in generale e dall’altro di costruire dei curricula che possano essere presi in considerazione.
Solo così, afferma Soler, sarà possibile diminuire il livello di disoccupazione.
Marta Simile