A partire dal 22 agosto 2018 tutte le azioni pertinenti al controllo e all’eventuale eradicazione di capre e bovini senza proprietario saranno messe in atto.
È con questo annuncio che il Cabildo di Tenerife ha dichiarato guerra alle popolazioni di bestiame selvatico che esistono sia sul massiccio di Anaga, Santa Cruz-La Laguna, che su quello del Teno, e che, dato il loro stato brado, provocano danni alla flora endemica, a colture private e al bestiame controllato.
In particolare il dipartimento dell’Ambiente del Cabildo procederà con una prima fase di monitoraggio, con lo scopo di stabilire la posizione di ogni singola mandria e di analizzare la fattibilità di eventuali loro insediamenti in altre aree dove questi non possano arrecare danno.
Come dettagliato dal consigliere José Antonio Valbuena, diversi membri del personale tecnico sono già stati assunti per svolgere questi compiti e l’obiettivo è di ottenere già i primi risultati a settembre.
Nel contempo il consigliere ha sottolineato che i regolamenti permetteranno di catturare vive capre e pecore al fine di reintrodurle nel mercato, essendo già stabiliti i criteri di quarantena affinché i capi di bestiame soddisfino i requisiti di sicurezza ancor prima di destinarli a qualsiasi altro allevamento.
Prima dell’aggiornamento di tali regolamenti, era infatti proibita la immissione di capre e pecore selvatiche nella catena alimentare e ogni capo di bestiame era destinato alla sola soppressione.
Il Gobierno, unitamente al Ministero dell’Agricoltura, ha così progettato in collaborazione con il Ministero della Sanità un protocollo che consenta l’introduzione del bestiame selvatico nel comune mercato alimentare.
I capi che non potranno essere catturati, ha poi aggiunto, saranno abbattuti e per questa seconda opzione occorrerà attendere che l’esecutivo regionale approvi le linee guida per determinare il destino della carne che proviene da questi animali macellati.
L’idea è che, se necessario, sia i cacciatori che il personale di società pubbliche della Corporacion insulare partecipino attivamente al compito di eradicazione, con il fine di chiudere definitivamente la questione relativa al territorio di Anaga e a quello del Teno entro la fine del 2019.