L’arresto in Italia del capo Antonio Orlando mette in luce, dopo 15 anni di fuga dalla giustizia, le operazioni di riciclaggio nelle isole nel settore immobiliare derivanti dalla vendita di droga.
Secondo le indagini dei Carabinieri italiani, dopo aver arrestato martedì 27 novembre uno dei più pericolosi criminali del paese transalpino, Antonio Orlando, capo dei capi che era fuggito dalla giustizia per 15 anni, la camorra napoletana “sbianca” milioni di euro nelle Isole Canarie.
Antonio Orlando, 60 anni, fu arrestato dai carabinieri quando si nascondeva in un appartamento nel comune di Mugnano, in provincia di Napoli.
Il detenuto non ha opposto resistenza, anche se la polizia sospetta che sia riuscito a bruciare alcuni documenti prima dell’irruzione delle forze dell’ordine.
Il super boss latitante da 15 anni era nascosto nel suo quartiere.
L’azione della polizia ha coinvolto fino a 80 agenti che hanno circondato l’edificio di 16 appartamenti. Nell’appartamento occupato da Antonio Orlando sono apparsi articoli di lusso e al momento del suo arresto era solo, senza protezione o guardie del corpo.
La casa disponeva di tutti i comfort domestici, come la sauna e la doccia solare.
La polizia ha sequestrato diverse carte di credito e 6.000 euro in contanti.
Gli investigatori lo considerano il capo del clan Orlando-Nuvoletta-Polverino, un potente conglomerato delle tre famiglie più potenti del nord di Napoli, questo in una nota ufficiale distribuita ai media.
Antonio Orlando ha servito in tutti questi anni come reggente e, come la maggior parte dei fuggitivi più ricercati dalla Polizia, si è nascosto nel cuore del territorio amministrato dalla sua organizzazione.
La casa oggetto dell’irruzione della polizia si trova su una strada principale che funge da crocevia tra Mugnano e Marano, ultimo regno dei Nuvoletta.
“Sembra incredibile, ma dopo 15 anni Orlando era praticamente a casa”.
Tuttavia, il grande capo non aveva guardie e non sono state nemmeno sequestrate armi all’interno dell’appartamento in cui viveva.
La vicinanza al suo luogo di nascita è interpretata come un segno molto chiaro di come Antonio Orlando, nonostante l’inazione, sia riuscito ad amministrare l’intero clan, molto unito dai legami parentali e di sangue e poi dalla criminalità organizzata.
L’unico atto di forza che hanno dovuto fare i carabinieri è stato quello di forzare l’ingresso dell’appartamento.
Secondo El Confidencial.com, il clan ha subito numerosi arresti tra i suoi membri “e molti di loro in Spagna, in quanto sono stati impegnati nel riciclaggio nelle Isole Canarie” milioni di euro dal traffico di droga in Italia.
Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si è congratulato con le forze dell’ordine e gli investigatori e ha assicurato che “la bella vita è finita” anche per Orlando.
Le operazioni di “sbiancamento” della mafia italiana sono localizzate nel settore immobiliare, sia fondiario che immobiliare, situato nelle zone più popolate delle isole e nelle zone turistiche e costiere.
Secondo fonti della polizia, la Camorra e la ‘Ndrangheta (Calabria) hanno diffuso i loro tentacoli in quasi tutta Europa, soprattutto nei territori aperti all’esterno, come nel caso delle Isole Canarie per la loro forte dipendenza dai mercati turistici stranieri.
Non è la prima volta che le forze di sicurezza dello Stato hanno agito contro il riciclaggio della criminalità organizzata italiana nelle isole, in particolare sia nel sud di Gran Canaria che nel sud di Tenerife, con l’acquisto e la vendita di terreni edificabili.
Vent’anni fa, un’importante operazione di polizia è stata avviata nell’ambito di un’operazione chiamata Ulisse, che ha portato all’arresto e al trasferimento in Italia di alcuni sospetti.
L’Italia è il paese con il maggior volume di occupati e di contributi previdenziali nelle Isole Canarie, di più rispetto anche a tedeschi e britannici.
dalla Redazione