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    Cataclismi naturali, dal 1998 al 2016, 45.000 le vittime alle Canarie

    Secondo i dati diffusi dalla Agencia Estatal de Meteorología del Gobierno delle Canarie, dal 1998 al 2016 vi sarebbero stati ben 45.000 cittadini che han subito danni, lesioni o addirittura morti a causa di cataclismi naturali e sarebbe pari a 270,36 milioni di euro l’ammontare dei danni per effetto di piogge torrenziali, raffiche di vento e tempeste tropicali in generale.

    Nelle due decadi analizzate dal Consorcio de Compensación de Seguros, la società pubblica che è responsabile della maggior parte dei danni derivanti da fenomeni straordinari sofferti da abitazioni, veicoli, proprietà assicurate, vi sono state 45.334 richieste di tre tipi: per inondazioni, mareggiate e tempeste cicloniche atipiche, ovvero quelle in cui le raffiche di vento superano i 120 km orari.

    L’Università di La Laguna, attraverso la Cattedra di Riduzione del Rischio di Disastri del Dipartimento di Geografia, ha rilasciato ufficialmente queste informazioni esposte durante l’undicesimo Congreso de la Asociación Española de Climatología e contenute in uno studio sul bilancio dei danni da cataclismi naturali di grado straordinario che hanno interessato le Isole Canarie dal 1996 al 2016.

    I dati evidenziano che solo in 3 anni si sono registrati danni la cui compensazione è pari al 72% dell’importo totale, vale a dire il 2002, anno in cui le inondazioni a Santa Cruz hanno provocato 8 morti, il 2005, con la terribile tempesta Delta con raffiche di vento a 250 km orari, e il 2010, con 3 episodi di forti piogge avvenute a febbraio e che hanno colpito in particolare il comune di El Rosario a Tenerife.

    Ed è proprio la tempesta Delta a detenere il ricordo di indennizzi assicurativi, visto che da sola è stata la responsabile di un terzo di tutti i danni, pari a 87,99 milioni di euro.

    Lo studio rivela anche che la maggior parte dei disagi causati dai cataclismi naturali sulle isole sono derivanti da mareggiate (133 milioni di euro, pari al 49,29% del totale), seguite da inondazioni (122,3 milioni di euro, ovvero il 45,24%) e tempeste cicloniche (15 milioni corrispondenti al 5,56%).

    Tenendo conto dei sinistri denunciati, gli impatti del mare sono sempre in cima alla lista come principale rischio sulle Isole in caso di tempeste, con 34.369 casi indennizzati, pari al 74,82% del totale; a seguire le alluvioni, con 11.150 casi pari al 24,27%, e le tempeste cicloniche, 414 casi pari allo 0,9%.


    Quasi la metà dei danni per temporali compensati dal Consorcio sono stati relativi ad attività commerciali di diverso tipo, (120,7 milioni di euro indennizzati corrispondenti al 45% del totale), ad abitazioni (68,6 milioni di euro ovvero il 25%) e a industrie (50,4 milioni di euro, pari al 19%).

    L’isola che più ha sofferto di danni da cataclismi naturali è risultata essere Tenerife, il cui territorio è stato colpito dai 3 eventi più gravi del XXI secolo, ovvero quelli del 2002, del 2005 (tempesta Delta) e del 2010.

    Per Tenerife il Consorcio ha dovuto rispondere con una somma pari a 187 milioni di euro; seguono Gran Canaria con 52,5 milioni di euro, Lanzarote con 13,89 milioni, La Palma con 7,12 milioni, Fuerteventura con 4,30 milioni, El Hierro con 3,65 milioni e La Gomera con 2,11 milioni.

    In tutto il periodo analizzato l’Arcipelago ha subìto 25 eventi meteorologici straordinari che hanno provocato danni non solo alle infrastrutture pubbliche, private e alle abitazioni, senza considerare il ferimento o la morte di molti cittadini, bensì anche alle colture per un importo pari a 156 milioni di euro.

    Lo studio infine suggerisce che il volume delle perdite registrate nei due decenni alle Canarie, rivela un’elevata fragilità delle infrastrutture di fronte a determinati eventi, in particolare al vento che, come dimostrato dalla tempesta del gennaio 1999 che devastò il fronte marittimo di Santa Cruz con danni per 14 milioni di euro, rappresenta un grave rischio.

    Alberto Moroni

     

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