Questo mese l’arca del mistero viaggerà dall’Europa fino all’America navigando per le nostre care isole.
Tutti conoscono la storia di un navigante che il 3 agosto 1492 salpò con tre caravelle da Palos de la Frontera finanziato dalla regina di Castiglia Isabella.
Con più o meno dettagli questo è quello che riportano i libri di storia, però i testi storici dell’epoca rivelano dettagli che possono cambiare questa favola dimostrando che non si trattava di un viaggio verso l’incognito e l’avventura ma di una rotta già conosciuta e praticata.
In pochi sanno che il giovane Colombo fosse stato un mercante di schiavi che dalla Spagna navigava fino a Canaria per catturare nativi e portarli a Madeira dove erano impiegati nella costruzione delle infrastrutture dell’isola.
Secondo vari scrittori dell’epoca e altri più moderni, lo scopritore d’America aveva vissuto dal 1482 fino al 1487 in un piccolo paese portuale chiamato Villa de Palma poi ribattezzato con il nome di San Sebastián de la Gomera, attualmente capitale della Gomera.
Durante il suo soggiorno nelle isole, grazie al cugino e governatore dell’isola di Madeira, Colombo conosce un altro navigante di nome Alonso Sanchez de Huelva.
Quest’ultimo era un ricco mercante che commerciava i prodotti dalla penisola fino alle isole Canarie e sulla rotta del ritorno sostava a Madeira per cambiare i prodotti scambiati nell’arcipelago e caricare altri prodotti da rivendere in Spagna.
Durante l’ultimo anno di permanenza alla Gomera, l’amico Alonso di ritorno verso la Spagna si è imbattuto in una terribile tormenta e le tracce della nave si perdono per più di un mese, quando alcuni pescatori trovano una zattera con alcuni naufraghi molto malridotti.
Cristoforo Colombo al ricevere la notizia decide di ospitare Sanchez nella sua residenza della Gomera.
Quest’ultimo gli raccontò di essere stato in balia del vento e della marea per 28 giorni senza possibilità di ritorno.
Dopo quasi un mese e ormai quasi senza viveri videro una terra sconosciuta.
Quando riuscirono a sbarcare vennero accolti gentilmente dai nativi e quasi con venerazione.
Dopo qualche settimana di soggiorno però i marinai iniziarono ad ammalarsi e morire per una malattia venerea contratta al praticare sesso con le donne locali.
Al vedere i compagni perire per la sifilide, cinque marinai decisero di fuggire e tentare la traversata che li riportasse a casa.
Fortunatamente il mercante aveva registrato nei diari di bordo la rotta di ritorno e durante gli ultimi giorni di vita compartì queste informazioni con Colombo, il quale poté tracciare su una mappa il percorso corretto verso queste nuove terre.
Investigazioni storiche di vari scrittori hanno dimostrato che il futuro ammiraglio nel 1490 aveva già percorso la rotta segnalata dall’amico utilizzando la sua nave negriera salpando dal piccolo porto gomero.
Quando la ciurma scorge le coste delle Antille, non approdano e tornano in Canaria per poi iniziare il periplo in cerca di fondi per effettuare una spedizione con mezzi e fondi adeguati.
Loris Scroffernecher