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    Anno nuovo, storia vecchia: il Tren del Sur

    Si torna a parlare del famigerato Tren del Sur, progetto letargico della mobilità di Tenerife e purtroppo non l’unico.

    Di questo treno se ne parla da oltre 20 anni e ora che è stata aggiudicata la stesura dei progetti dei 16 lotti interessati alla realizzazione di infrastrutture come piattaforme e scambiatori, mancano 2.400 milioni di euro per iniziare le opere di un percorso di 80 km che collegherebbe Santa Cruz a Adeje, dotato di 7 fermate e della durata di 40 minuti.

    Per la precisione, come afferma Andrés Muñoz direttore di Metropolitano Tenerife, ad oggi sono stati investiti oltre 22 milioni di euro, vale a dire circa l’1% della somma totale necessaria alla realizzazione di tutti i progetti, gli ultimi due dei quali assegnati recentemente, ovvero quello di Las Eras a Fasnia, relativo al ricovero dei mezzi, e quello dello scambiatore del Reina Sofia.

    Tutti gli altri sono stati assegnati già da un anno e, afferma Andrés Muñoz, ci si augura che vengano emessi i bandi di gara per i progetti di costruzione, sempre e quando si arriverà alla firma di un accordo con lo Stato.

    Metropolitano Tenerife è l’impresa pubblica del Cabildo che gestisce l’infrastruttura ferroviaria ma, come ha denunciato il suo direttore, ormai non è più una questione di gestione, bensì è una decisione del tutto politica.

    Benché il presidente del Cabildo nel dicembre del 2017 abbia indicato il 2019 come l’anno di inizio degli espropri delle 615 parcelle private e il 2020 come quello dell’inizio dei lavori, il Ministero dei Lavori Pubblici non ha ancora destinato i soldi necessari per dare il via al Tren del Sur, il cui progetto, per inciso, ha già superato la verifica dell’impatto ambientale e possiede già gli appalti per 8 lotti dove sorgeranno le piattaforme, oltre a quelli per ciascuno degli scambiatori, officine e ricoveri per mezzi inclusi.

    Insiste Andrés Muñoz che, se ci fossero i soldi dello Stato, sarebbe disposto a iniziare i lavori in qualsiasi momento, ma fino a oggi gli elementi economici pervenuti sono solo briciole e arrivate spalmate su più anni; del resto, riconosce poi, il processo di esproprio non inizierà fino a quando i progetti di costruzione non saranno stati tutti appaltati.


    Secondo i calcoli di Metropolitano Tenerife, lo sfruttamento della linea ferroviaria del Tren del Sur creerà circa 190 posti di lavoro permanenti, senza contare quelli indiretti, mentre la sua costruzione ne genererà ben 4.000.

    Quella del Tren del Sur è ormai una storia trita e ritrita, che ha generato polemiche e discussioni tra coloro che ne promuovono la realizzazione e quelli che invece la ritengono una spesa totalmente inutile, come i sindaci di Adeje e Arona, che ritengono la manovra un diversivo in occasione delle prossime elezioni.

    Pedro Martín, di Guía de Isora, afferma che il Tren potrebbe invece essere una risposta ai gravi problemi di mobilità di Tenerife, una risposta ovviamente che comporta un elevato investimento, ma proprio per questo bisognosa di più attenzione.

    A favore anche il sindaco di Granadilla, il nazionalista José Domingo Regalado, che potrebbe godere di 2 fermate in luoghi strategici del comune.

    Fermamente contrario al progetto è il sindaco di Candelaria Mari Brito, che ha affermato che a Tenerife vi sono ben altre priorità e che il treno, con l’impatto ambientale che avrà, non rappresenta di certo una soluzione alla mobilità dell’isola.

    Candelaria ha formalizzato la sua posizione nei confronti del progetto, in seguito a una mozione di Sí se puede, e Mari Brito avrebbe insistito su soluzioni come il Transporte Compartido a la Demanda, o taxi collettivo, e su modelli non ben specificati ma più sostenibili rispetto al treno.

    Il treno, ha puntualizzato la Brito, ha un enorme impatto economico, ambientale e soprattutto sociale, per il numero di abitazioni colpite da espropri o dalla vicinanza con la linea ferroviaria.

    E intanto il tempo scorre, il progetto resta per il momento nel cassetto e ad aumentare è, come spesso accade, solo un mare di chiacchiere.

    Franco Leonardi

     

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