Questo 2019 sarà un anno di elezioni per la Spagna. Il 26 maggio di quest’anno infatti coincidono le elezioni amministrative locali (previste per la quarta domenica di maggio con cadenza quadriennale) e quelle al Parlamento Europeo (che si svolgono ogni cinque anni). Inoltre, proprio qualche settimana fa, si sono aggiunte anche le elezioni politiche nazionali visto che il Presidente Pedro Sanchez ha deciso di sciogliere le Camere e convocare elezioni anticipate.
Le prime a svolgersi saranno proprio quelle politiche previste per domenica 28 aprile. Ma quelle che maggiormente ci interessano sono sicuramente le elezioni comunali e quelle europee, due delle quattro elezioni che si svolgeranno il 26 maggio. Ci interessano in modo diretto in quanto gli stranieri comunitari residenti in Spagna possono sia votare che far parte delle liste come candidati.
Limitandoci quindi a questi due casi, cerchiamo allora di come funzionano i meccanismi politici e istituzionali spagnoli i quali, anche se apparentemente simili a quelli italiani, sono in realtà molto diversi.
Le amministrazioni comunali spagnole
La Spagna è un paese fondamentalmente “parlamentare”, cioè le persone destinate ad esercitare il potere esecutivo a tutti i livelli (dal Presidente del Governo nazionale ai Sindaci) non sono eletti direttamente dal popolo. Però, a differenza dell’Italia, a tutti i livelli la governabilità non si basa sulla continuità delle maggioranze politiche che si vengono a formare ma si basa invece sulla “elezione del Presidente” e sul fatto che non sono possibili “crisi di governo”. Infatti un presidente eletto, a qualsiasi livello, una volta eletto esercita pienamente le proprie funzioni di governo fino a che non sia sostituito da un altro presidente eletto
Nel caso dei comuni, il consiglio comunale che esce dalle elezioni, nella sua prima sessione elegge l’ “Alcalde-Presidente” (l’equivalente del Sindaco in Italia). Nella prima votazione è necessaria la maggioranza assoluta di voti dei consiglieri comunali, ma se questa non viene raggiunta sarà proclamato automaticamente Alcalde la persona che occupava il numero uno della lista più votata nelle elezioni. In questo modo ogni comune avrà il suo Alcalde-Presidente già nel primo giorno della legislatura, senza alcuna possibilità di ritardi. Poco democratico se non eletto a maggioranza? Secondo la cultura politica spagnola, assolutamente no! Il consiglio comunale può infatti in qualsiasi momento trovare un accordo di maggioranza e sostituire l’Alcalde con un altro per mezzo di una mozione di censura, proprio come è successo lo scorso anno nel parlamento nazionale con la mozione di censura contro Mariano Rajoy il cui posto fu preso da Pedro Sánchez.
L’Alcalde-Presidente dei comuni spagnoli quindi, a differenza dei Sindaci italiani, una volta eletto è un po’ come il presidente di una repubblica presidenziale ed ha prerogative tali che può continuare a governare il proprio comune anche se avesse contro la maggioranza del consiglio comunale (ovviamente in questo caso la sua libertà di azione sarebbe più limitata). Una delle conseguenze di ciò è che durante la legislatura possono alternarsi più sindaci ma non ci può essere nessuna crisi che porti ad elezioni comunali anticipate. Di qui l’importanza della scelta che i vari partiti fanno del proprio “numero uno”.
Questo sistema fu disegnato nel 1979, all’inizio della attuale tappa democratica della storia spagnola, e non è mai stato modificato fino ad oggi. Dal 1979 in poi quindi, le elezioni di tutte le assemblee amministrative spagnole (8124 consigli comunali, 41 consigli provinciali e 11 consigli insulari – tra cui i 7 Cabildos delle Canarie) si svolgono sempre tutte insieme nella quarta domenica di maggio, ogni 4 anni. E una volta eletti, nella prima sessione, uno dei consiglieri viene eletto o proclamato in un modo o nell’altro Presidente. Invece per le assemblee legislative (Camera, Senato e Parlamenti delle Comunità Autonome) si possono verificare elezioni anticipate in quanto queste assemblee possono essere sciolte dal presidente eletto.
Il sistema elettorale
Anche il sistema elettorale spagnolo fu disegnato nel 1979 e da allora è rimasto sempre lo stesso e, con l’eccezione del Senato, è uguale per la Camera, per il Parlamento delle Comunità Autonome, per i Consigli provinciali, insulari e comunali, e per il Parlamento Europeo.
Si vota con il sistema della lista bloccata e i seggi vengono attribuiti con un sistema quasi-proporzionale. In ogni circoscrizione i partiti presentano una lista con un numero di candidati pari ai seggi da coprire. L’elettore sceglie solo la lista, senza esprimere preferenze. I seggi vengono ripartiti tra le liste non in modo proporzionale puro ma secondo la legge D’Hondt che stabilisce una sorta di proporzionalità progressiva. Infatti in un sistema proporzionale puro per ottenere due seggi è necessario il doppio dei voti che per uno, per ottenerne tre è necessario il triplo e così via. Con il metodo D’Hondt invece – semplificando – per ottenere due seggi è necessario un po’ meno del doppio dei voti che per uno, e per ottenerne 3 è necessario ancora meno che il triplo. Non ci sono sbarramenti (almeno nelle comunali) ma vengono quindi premiate le liste maggiormente votate e penalizzate quello che ricevono meno voti.
Il numero di consiglieri comunali da eleggere dipende, come in Italia, dalla popolazione del comune. Per le elezioni europee invece alla Spagna spettano 59 eurodeputati che vengono eletti in un’unica circoscrizione nazionale.
Come si vota (1): il certificato elettorale
Non esiste un vero e proprio certificato elettorale necessario per esercitare il voto. Ciò che dà diritto al voto è il fatto di essere inclusi nelle liste che hanno i seggi. Agli elettori viene comunque recapitato un certificato dove è specificato il seggio elettorale assegnato, ma è comunque sufficiente recarsi al seggio con un documento d’identità italiano ed eventualmente il NIE, e il seggio assegnato può essere individuato anche il giorno stesso delle elezioni recandosi negli uffici comunali.
Come si vota (2): “sobre” e “papeleta”
In Spagna si vota in modo molto diverso che in Italia.
La scheda elettorale consiste in una “papeleta” che è un semplice pezzo di carta (carta semplice, quella delle stampanti per intenderci) di colore differente a seconda dell’elezione, sulla quale sono stampati il nome ed il simbolo di un certo partito seguito dalla lista dei candidati. Non esiste quindi una scheda unica su cui scegliere il partito, ma per ogni elezione ci saranno tante “papeletas” dello stesso colore tanti quanti sono i partiti che si presentano. La “papeleta” del partito che si vuole votare va inserita nel “sobre” (una busta di carta da lettera) corrispondente a quella elezione e che sarà dello stesso colore della “papeleta”.
Il 26 maggio coincidono quattro elezioni: Comunali, Cabildos (nelle Canarie), Parlamento Canario e Parlamento Europeo. Gli stranieri comunitari che si sono iscritti per votare, solo votano per le Comunali e le Europee. Le schede e buste per le Comunali saranno di colore BIANCO, mentre per le Europee saranno di colore AZZURRO. In ogni caso sia sulla scheda che sulla busta è scritto di che elezione si tratta.
Arrivati al seggio la prima cosa da fare (ancor prima di identificarsi presso i membri del seggio) sarà preparare le buste con il voto dentro.
Come prima cosa bisognerà entrare nella cabina elettorale nella quale sono disponibili, per ogni elezione, le buste e le schede di ogni partito che si presenta. Per votare un certo partito alle comunali basterà prendere la “papeleta” di color bianco del partito scelto e introdurla nella busta di color bianco. Per le elezioni europee si farà la stessa cosa con schede e buste di color azzurro. Quindi, con i voti cosí preparati, ci si identificherà presso i membri del seggio. Questi verificheranno l’iscrizione nelle liste elettorali solo in base al documento (senza quindi necessità di certificato elettorale) ed infine in caso affermativo si potranno introdurre i voti nelle urne.
Sulle schede quindi non bisogna scrivere assolutamente nulla. Le schede con qualsiasi tipo di segno saranno dichiarate nulle. Inserendo nella stessa busta due o più schede di partiti diversi, il voto è nullo. Inserendo nella busta di un’elezione la scheda corrispondente ad un’elezione diversa, il voto è nullo. Per votare in bianco basta inserire nell’urna una busta vuota, senza cioè che contenga alcuna scheda.
Come si vota (3): portarsi da casa i voti già preparati
Nel momento in cui vengono accettate le liste dei partiti, l’autorità elettorale fornisce ai partiti un facsimile di quella che sarà la loro scheda e la busta (con dettagli tecnici tipo il codice esatto del colore). In questo modo i partiti possono stamparsi per conto proprio schede e buste e distribuirle ai propri elettori. Tipicamente i partiti distribuiscono insieme alla propaganda elettorale anche le proprie schede con le buste corrispondenti, e lo fanno sia con il porta a porta che utilizzando il servizio postale.
In questo modo l’elettore, se vuole, può recarsi al seggio già con le buste chiuse con il voto dentro ed introdurlo nell’urna dopo essere stato identificato. Altrimenti può sempre “preparare” il voto (o i voti) in cabina elettorale dove per legge devono sempre esserci sufficienti buste e schede di tutti i partiti.
Come si vota (4): il voto per posta
In Spagna è prevista la possibilità di votare “por Correos”, cioè utilizzando il servizio postale. Che significa? Se l’elettore sa già in anticipo che per un qualche motivo non potrà andare a votare nel giorno delle elezioni (viaggio, lavoro, malati fissi a letto, etc.) può richiedere, con un anticipo stabilito per legge, di votare per posta.
Farà la richiesta all’ufficio postale e specificherà in quale ufficio postale di tutta la Spagna vuole ricevere il plico elettorale. Una volta ricevuta per posta la comunicazione che il plico è arrivato all’ufficio postale scelto, questo dovrà essere ritirato personalmente o da qualcuno con procura notarile. Il plico equivale alla cabina, ci sono tutte le schede e le buste in modo che l’elettore possa preparare i voti come se fosse in cabina. Quindi riconsegnerà alle poste il plico di ritorno contenente solo i voti scelti, e di nuovo la consegna sarà fatta personalmente o da qualcuno con procura notarile. Le poste conserveranno il plico chiuso e faranno in modo che il giorno delle elezioni venga consegnato al seggio elettorale corrispondente dove le buste verranno introdotte nell’urna come se l’elettore fosse andato a votare personalmente, e saranno quindi “spogliate” insieme a tutte le altre.
Buon voto a tutti
Gianni Mainella