A Tenerife non ci sono strade per un numero così grande di auto, quasi una per abitante
Il numero di auto private e a noleggio supera le 800.000 unità, una densità 3,5 volte superiore alla media nazionale; se tutti guidassero contemporaneamente, non basterebbero i 1.550 chilometri di strade dell’isola.
Nel marzo 2019, nella provincia di Santa Cruz de Tenerife sono stati registrati circa 840.000 veicoli, mentre il numero di auto a noleggio ha raggiunto quota 31.000.
Questi dati confermano che l’isola di Tenerife, con poco più di duemila chilometri quadrati e 1.550 chilometri di strada, non è pronta a sostenere tale densità di veicoli.
Se tutti gli 800.000 veicoli (con una media di 4 metri per auto si arriva a circa 3.200 chilometri di lunghezza) si mettessero in strada nello stesso momento la rete viaria non basterebbe a contenerli tutti.
Con tutti quei veicoli allineati in fila indiana, si potrebbe coprire la distanza necessaria a raggiungere Parigi.
Il sindaco di San Miguel de Abona, Arturo Gonzalez ricorda che fino ad un paio di anni fa nelle case c’era una macchina, ora ce ne sono anche quattro, una media insostenibile per Tenerife.
Si dice preoccupato per la congestione del traffico che vive l’isola e soprattutto il suo comune, ora che si sta espandendo la famosa rotonda Oroteanda-Las Chafiras nella TF-1.
Si tratta del percorso più lungo di Tenerife (103 chilometri), dopo che è stato ampliato da Adeje a Santiago del Teide nella prima fase dell’incompleto anello insulare.
Ma non si tratta solo di chilometri di asfalto, ma del fatto che l’isola non può sostenere quasi un’auto per abitante, secondo Óscar Izquierdo, presidente di Fepeco o Roberto Ucelay, presidente di Cest, due imprenditori che negli ultimi anni hanno denunciato con forza la mancanza di infrastrutture a Tenerife, e in particolare nella parte meridionale in piena espansione.
Si parla spesso anche delle code infinite della TF-5 da Guamasa alla capitale, con 17 collegamenti che immettono veicoli un tratto di autostrada che non supporta una densità di oltre 4.400 auto/ora.
Qualcosa di simile avviene nel collegamento di Guaza, nella TF-1, dove circolano quasi 100.000 veicoli al giorno, con grande congestione tra le sette e le nove del mattino, quando i lavoratori della periferia di Arona, e altri provenienti da sud-est e dall’area metropolitana cominciano ad arrivare nel cuore turistico e, quindi, economico dell’isola.
Le stesse code si riproducono dopo le sette del pomeriggio a partire da Los Cristianos e possono raggiungere il collegamento Oroteanda-Las Chafira.
Secondo il rapporto che la Guardia Civil de Tráfico ha consegnato al Cabildo un anno fa, per decongestionare le autostrade di Tenerife è necessario adottare misure, come ad esempio, il blocco dei veicoli pesanti il venerdì pomeriggio, e stabilire due autobus Vao, uno nella TF-1 e un altro nella TF-5.
L’attuale comandante del traffico della Guardia Civil, Alfonso Gálvez, considera una barbarie il fatto che sull’isola ci siano quasi altrettante auto come abitanti e attribuisce le cause all’aumento della vendita di veicoli, dopo l’uscita dalla crisi.
La relazione precisa inoltre che solo Madrid e Barcellona superano l’isola per numero di autobus pubblici totali.
Per quanto riguarda i veicoli pesanti, Tenerife è anche tra i territori che ne ha il maggior numero, è la seconda comunità in Spagna dopo Pontevedra, e supera di 3,5 volte la media nazionale.
In un rapporto di Jorge Berástegui, pubblicato lo scorso maggio su El País, si afferma che ogni giorno 200.000 persone rimangono intrappolate in un ingorgo secondo i dati forniti dal Cabildo.
Ciò non avviene per mancanza di strade, ci sono 0,77 chilometri per km2 di superficie, contro lo 0,37 di una comunità come Madrid.
Ma combinare una popolazione di 904.713 abitanti in un piccolo territorio – 2.034 km2 – con un’enorme dispersione urbana è esplosivo.
Soprattutto, se il trasporto pubblico è inefficiente e la densità di veicoli è molto alta, 794 per mille abitanti, secondo l’Istituto Canario di Statistica, rispetto alla media nazionale di 708.
Questi dati, ad oggi, sono ancora più incisivi perché se si rimuovono i minori (14% della popolazione) e gli anziani che non hanno la patente di guida, l’evidenza è chiara: sull’isola ci sono più auto che persone che possono guidarle, aggiungendo anche i quarantamila turisti giornalieri su cui l’isola può contare.
Lo studio del Cabildo ha evidenziato che il 90% degli spostamenti motorizzati avviene in veicoli privati, contro il 10% nel trasporto pubblico.
Secondo Rosa Marina Gonzalez Marrero, direttrice della Cattedra di Economia e Mobilità dell’Università della Laguna, un lavoratore in media a Tenerife impiega 2,5 volte di più per arrivare al lavoro con i trasporti pubblici che in auto. Storicamente, la politica dei trasporti dell’isola è stata quella di costruire strade.
E oggi se ne stanno raccogliendo i frutti.
Per evitare questa congestione di veicoli e l’inquinamento in città, dal Consiglio comunale di Santa Cruz ha considerato la possibilità di limitare l’ingresso ai veicoli inquinanti e anche il Cabildo ha presentato uno studio per limitare l’ingresso di auto private a Santa Cruz e La Laguna, considerando che la media per auto è solo 1,3 persone e incoraggiando il car sharing.
Pedro Martín, presidente del Cabildo ed ex sindaco di Guía de Isora, ha già chiarito che il treno del sud non è una priorità ora, i soldi sono già stati investiti nel progetto preliminare e ha annunciato gli espropri, così come il suo consulente di zona, Enrique Arriaga, che ha lanciato l’ipotesi di un tram metropolitano da Los Rodeos.
Proprio il tram tra l’aeroporto del Sud e Adeje è una delle soluzioni che gli albergatori vedono per alleggerire il traffico e favorire la connettività turistico – alberghiera dal Reina Sofia.
In realtà nello studio di fattibilità preparato dal Cabildo si legge che questo tipo di trasporto andrebbe dalla periferia di Adeje all’ospedale El Mojón, passando per Costa Adeje, Playa Fañabé, Playa de las Américas e Los Cristianos. Lo stesso studio specifica che il numero di passeggeri giornalieri sarebbe di 29.000 per 8,2 milioni all’anno, cifre redditizie.
Ugo Marchiotto